“Ho preso Ares al canile comunale poco più di due anni fa. Aveva 5 mesi”. Se volessimo comparare la sua età a quella di una persona, quanti anni avrebbe il fortunato animale che da due anni e mezzo si consola con l’affetto di un padrone? Una volta si usava moltiplicare ogni unità per 7. Quindi, se la matematica non è un’opinione 3 x 7 fa 21. Ares ha oggi la stessa età di un giovane di 21 anni.
In realtà il calcolo è un po’ più complesso. Un gruppo di ricercatori dell’Università della California di San Diego ha messo a punto una nuova formula in grado di calcolare in maniera più accurata l’equivalente dell’età di un cane con quella di un essere umano. La formula si basa sulle modifiche che nel tempo si verificano nel Dna. In particolare si basa sui “gruppi metilici”, cioè molecole che si aggiungono al Dna a un ritmo costante.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista BioRxiv. Questo metodo può essere utilizzato per calcolare l’età nell’uomo e nel cane in un processo noto come “orologio epigenetico”. Ebbene, il confronto tra l’orologio epigenetico dei cani con quello degli umani, ha permesso di rilevare che le maggiori somiglianze tra le due specie si verificavano quando si confrontavano i giovani cani con i giovani umani e i cani anziani con gli umani anziani. Da qui si è riusciti a creare una vera e propria formula per il calcolo dell’età umana dei cani: si deve moltiplicare il logaritmo naturale dell’età del cane in anni per 16 e poi aggiungere 31.
Siete pronti o dovete riprendere i libri di scuola? Vi ricordo che ‘dicesi logaritmo di un numero, in una data base, l’esponente a cui si deve elevare la base per ottenere un numero dato’. Usando la nuova formula un cane di 18 anni avrebbe 77 anni umani e un cane di 2 anni ne avrebbe 42.
Tuttavia, rimangono ancora delle questioni irrisolte. Come ad esempio, la grandissima variabilità della durata della vita dei cani in base alla razza. Se infatti i cani di taglia grande vivono in media fino 6-7 anni, quello di taglia piccola arrivano fino a 18 anni. Non solo. Il team di ricercatori ha scoperto che c’erano periodi nella vita dei cani in cui gli orologi non corrispondevano agli umani, come ad esempio durante la pubertà. Nonostante queste problematiche gli studiosi californiani ritengono che la loro formula sia certamente più accurata del vecchio metodo che prevede di moltiplicare gli anni del cane per sette.
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