Quella del sindaco del terremoto, Sergio Pirozzi, l’uomo dello scarpone infangato, candidato autodidatta alla presidenza della regione Lazio contro la volontà di tutti, nessuno escluso, è una storia in buona parte ancora da scrivere. E nell’attesa che qualcuno lo faccia, qualcun altro dovrebbe spiegare perchè alla fine dei giochi, debba risultare, a pochi giorni dall’appuntamento elettorale, solo il sindaco di Amatrice come l’unico candidato indagato per un reato connesso al terremoto che ha devastato molti comuni del Lazio e dell’Umbria. Per tutti gli altri, finiti nel mirino della magistratura è stata garantita una moratoria fino a fine giugno. E’ giusto? Non giusto? Ai lettori la risposta ma intanto registriamo e volentieri pubblichiamo una serie di considerazioni fatte da un collega giornalista che aiuta Pirozzi nella sua “impossibile” rincorsa. Scelgonews.
“E’ un sentore comune – e sotto gli occhi di tutti – che la politica della Seconda Repubblica abbia fallito implacabilmente. Ha perso ormai di smalto, credibilità e consensi su tutto il territorio nazionale. La gente è stanca, sfiancata ed esausta. I “big” continuano a non sentire, continuano a non vedere, persistono con bieca cecità a tirar l’acqua verso i propri mulini, fregandosene del cittadino inerme. Con la lista delle candidature ad opera dei consueti schieramenti ci hanno presentato i soliti uomini di “corrente”, docciati, ripuliti e rimessi in gara. Personaggi per lo più già stranoti che hanno, a più riprese, occupato per decenni poltrone all’emiciclo e nei vari consigli regionali. Il lungo elenco sarebbe talmente facile che è inutile riproporlo. Poche le facce nuove e se d’impatto qualche nome del “circo” appare immacolato in realtà dietro ad esso ci sono sempre i soliti burattinai tira fili che decidono, impartiscono e manovrano, alla faccia di una democrazia che è quasi allo sbando. Non era mai capitato che il popolo non sapesse per chi votare, non era mai successo in passato che l’elettore, a poche settimane dalle urne, fosse così incerto e confuso.
C’è da chiedersi chi ha fallito. Tutti!
Nell’ultimo quarto di secolo i governi di centro destra e centro sinistra si sono sempre spacciati per paladini del cambiamento. In vista del 4 marzo la solfa non è cambiata: pensioni minime a 1000 euro, via i vitalizi della casta, sanità gratuita per tutti, giù le tasse per le imprese, più autonomia verso l’Europa e …. tante…troppe falsità che stanno inquinando la già sterile campagna elettorale. Quando un buon sindaco come Pirozzi (leale, schietto, pulito) decide di scendere in campo per il proprio territorio ecco che parte la crociata per deriderlo, distruggerlo, diffamarlo ed abbatterlo.
Vattene! Dice la politica e i partiti di sempre. Decidiamo noi, è la risposta.
No! Dice lui, rimango perché non accetto i vostri diktat fatti di scambi di poltrone e marciume che ha intossicato il nostro martoriato ma splendido territorio. Ci avete provato per decenni ma i risultati si vedono!
Apriti cielo!
Sulle scelte da fare nel centrodestra arriva la cordata direttamente da Milano e tutti si stringono a corte come cagnolini dietro al loro illustre candidato. Il centro destra è spaccato in Regione come lo fu per Roma capitale. Ma il “gladiatore” della sventurata Amatrice va avanti, perché lui sa cosa significa il dolore, sa cosa significa amministrare, sa cosa vuol dire star vicino alla povera gente e soprattutto sa cosa significa la parola solidarietà! E come un combattente delle antiche arene romane va avanti, imperterrito e senza compromessi.
Qualcuno avrà pensato, “prima o poi cederà, non può sopportare una così imponente pressione da parte di tutti” (paradossalmente anche di quelli che dovevano essere suoi alleati) ed invece no, lui resta. Al gioco delle tre carte non ci sta e Sergio prosegue, in solitaria, il suo cammino.
Gira come una trottola, incontra gente, stringe mani, guarda negli occhi, ascolta la disperazione, comunica il suo pensiero e da forza laddove l’energia sembra ormai esaurita. Chi vive, vede e sfortunatamente si muove tra le macerie sembra che sia travolto dallo stesso insolito destino. E quando il calvario di Bertolaso è terminato, come fosse una “macabra” staffetta, ora tocca “al Sergio” di “noi artri”. Tragico parallelismo che in questo nostro Paese appare scritto sulla tavola di una ritualità infausta. Chi si occupa di solidarietà deve inesorabilmente soccombere!
Arriva dunque, a pochi giorni dal voto, la già prevedibile chiusura delle indagini con relativa iscrizione sul registro degli indagati per l’ “Intruso” che vuol arrivare ai palazzi romani. Non credo ci sia molto da aggiungere ma la questione risulta “curiosa” ai più. Perché la notifica giunge proprio nel momento più delicato del lavoro di Pirozzi? A migliaia se lo stanno chiedendo. Non dubitiamo della buona fede della magistratura ma aspettiamo prima di metterlo sulla gogna. E’ colpevole? Ancora no! Perché fino a prova contraria lo si è solo a sentenze passate in giudicato. Ma, e qui c’è da dire un “MA” grande come una casa, nel Bel paese il giustizialismo (soprattutto nell’opinione pubblica) la fa da padrone.
Pirozzi però è un “guerriero”. Lo ha dimostrato con i fatti quando aveva la sua adorabile cittadina rasa al suolo. Vi sono pochi nel panorama sociale che incarnano quanto lui il detto “Meglio aver tentato e fallito che non aver provato mai”, poiché non solo ha dimostrato di avere la “pellaccia” dura combattendo da solo e da mesi una sfida impari verso le regionali ma dopo quest’ultima bastonata della Procura di Rieti, stiamone certi, ne uscirà vittorioso. E pensare che tutti, a turno, (destra, sinistra, centro) in tempi non sospetti e dopo il terribile sisma, sono andati a farsi belli nel suo Paese davanti alle telecamere per dimostrare vicinanza a lui e al suo territorio. Addirittura c’era perfino la gara a chi riusciva ad ottenere simpatie di questo primo cittadino. E’ dei nostri (sussurrava orgogliosa la Destra)… NO…è con noi….(ribadiva il centro sinistra). Quando era all’apice della popolarità per quel suo modo “squisito” e tenace di scuotere Roma gli hanno proposto di tutto, seggi sicuri, poltrone, forse (chissà) anche danari e ogni possibile sicurezza purché indossasse certe “casacche”. Ma lui non si è venduto ai quattrini della “Seria A”, ha preferito tenere la maglia della “sua” piccola Amatrice ed estendere l’amore verso l’intera “sua” Regione. Poi, è giunto il momento “topico”, il giorno in cui è stato Lui ad avere bisogno di loro, di un appoggio, di un sostegno essenziale per il viaggio verso la Pisana, ma, per mesi, nessuno lo ha ascoltato e tantomeno aiutato. Quell’uomo, che tanto nel corso dei mesi avevano corteggiato, era tutto d’un tratto divenuto un ostacolo. E allora?
E allora da esperti navigati hanno tentato di piegarlo, di spezzarlo, di demonizzarlo, non curandosi del fatto che la gente, la sua gente, di Rieti, Latina, Viterbo, Frosinone e Roma non lo mollerà proprio nel momento più importante…..perchè Sergio tutto è tranne che un capitano che abbandona la sua nave.
Ed è dunque giusto e perfetto dire che: all’uomo gli auguriamo di difendersi nel migliore dei modi e nelle sedi opportune, mentre al sindaco prestato alla politica una sofferta quanto meritata fortuna in campo elettorale”.
Mirko Crocoli
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