“Il 90% degli abitanti di Bani Walid vuole una soluzione pacifica. Bani Walid è con la maggioranza dei libici”. E’ quanto affermano i rappresentanti della città che stanno discutendo con una delegazione di ribelli per l’ingresso nella città senza combattimenti. Al Jazira continua a trasmettere in esclusiva la riunione che, sostiene l’emittente, si svolge a Bani Walid.
“Non ci sono più dubbi e i ribelli sono nostri fratelli”. E’ quanto hanno affermato i responsabili della delegazione di Bani Walid che partecipano ai colloqui con i ribelli per trovare un accordo sulla resa pacifica della città. I colloqui, secondo l’emittente, si svolgono nella stessa Bani Walid che secondo fonti quasi concordanti è praticamente circondata dagli insorti. Il capo della delegazione dei ribelli ha assicurato che gli insorti “non entreranno in città per vendicarsi”. I negoziatori ribelli hanno assicurato ai delegati di Bani Walid che “la legge sarà rispettata” e non ci saranno violazioni, quando entreranno in città. I responsabili di Bani Walid hanno detto di avere avuto paura che i ribelli si sarebbero lasciati andare a uccisioni ma ora sostengono di fidarsi delle rassicurazioni e hanno chiesto che il presidente del Consiglio nazionale transitorio conceda un’amnistia generale. Il canale Al Jazira ha riportato anche una dichiarazione del numero 2 del Cnt, Mahmud Jibril, secondo il quale gli insorti “non attaccheranno proprietà o abitanti di Bani Walid”. Nel frattempo, camion libici carichi di oro e denaro hanno varcato il confine della Libia e sono entrati in Niger. Lo ha riferito un portavoce del Cnt, citando fonti tuareg che vivono nel deserto del Sahara nella zona di confine tra Niger e Libia. “La scorsa notte dieci veicoli che trasportavano oro, euro e dollari hanno varcato il confine da Jufra in Niger con l’aiuto di una tribù tuareg nigeriana” ha riferito alla Reuters Fathi Baja, uno dei portavoce del Cnt. L’uomo ha detto di ritenere si tratti di forze leali al colonnello Gheddafi che sono fuggite dalla Libia. “Hanno preso il denaro dalla banca centrale di Sirte” ha detto alla Reuters Hafiz Ghoga, uno dei portavoce del Cnt. Sirte è la città natale del colonnello Gheddafi. Il portavoce ha confermato che un convoglio di dieci veicoli carichi di oro e denaro ha varcato nella notte il confine ed è entrato in Niger, come riferito in un primo tempo da fonti di tribù tuareg che vivono nella zona. Una fonte militare nigerina ha detto all’Afp che “voci insistenti parlano della presenza di (Muammar) Gheddafi o di uno dei suoi figli nel convoglio” di oltre 200 veicoli proveniente dalla Libia che ha attraversato in nottata Agadez, nel centro del Niger. Il convoglio, secondo fonti di stampa locali, sarebbe diretto alla capitale Niamey. “Diversi testimoni – ha riferito il giornalista di una radio privata locale – hanno affermato di aver visto nel convoglio Rhissa Ag Boula, che è stato protagonista di due ribellioni tuareg nel Niger ed è assai vicino a Gheddafi”. Altri gruppi di lealisti vicini al clan Gheddafi erano giunti nel Niger ieri. Una decina di persone vicine a Muammar Gheddafi, tra cui il capo delle sue brigate di sicurezza ed ex ministro, Mansour Daw, sarebbero fuggite dalla Libia e giunte ieri ad Agadez, nel centro del Niger per poi proseguire per la capitale Niamey. Sempre ad Agadez, e’ giunto oggi unconvogliodi circa 200/250 blindati libici scortato da militari del Niger che trasporta un numero imprecisato di ufficiali e soldati provenienti dalle brigate di stanza nel sud della Libia. Secondo quanto ha riferito ancora il portavoce del regime rovesciato invece ”Muammar Gheddafi è in Libia, sta bene ed ha il morale alto”. I ribelli dal canto loro aspettano ordini se lanciare l’attacco o se prolungare l’ultimatum fino a sabato.
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