Decine di famiglie stanno abbandonando la città di Sirte, in Libia, teatro da giorni di scontri fra milizie pro-Tripoli e combattenti fedeli all’ISIS.
Lunedì scorso, dopo che gli uomini del cosiddetto Califfato si erano impadroniti dell’università di Sirte e di altri edifici del centro, tra cui un ospedale, la coalizione di milizie fedeli al governo di Omar al-Hasi ha iniziato ad ammassare truppe nelle periferie della città.
Secondo quanto afferma al-Jazeera, i miliziani legati al governo di tendenza islamista, non riconosciuto dalla comunità internazionale, si starebbero concentrando nell’aeroporto militare di al-Qardabiya, a Qasr Abu Hadi, appena venti chilometri a sud di Sirte, in attesa del via libera per un attacco in forze alla città.
La popolazione civile starebbe quindi abbandonando Sirte con mezzi di fortuna, tra cui molte automobili private. In molti sono diretti a Misurata, città presidiata dai miliziani pro-Tripoli di Fajr Libya e rimasta finora al riparo dalle ostilità.
Secondo testimoni citati dall’agenzia Reuters, a Sirte scarseggia la benzina e i negozi hanno già iniziato a chiudere per precauzione.
Nel clima di allarme generale si sono diffuse anche voci incontrollate. Ad esempio, martedì al-Arabiya ha dato la notizia, circolata in precedenza sui social network, del rapimento di venti dipendenti stranieri dell’ospedale Ibn Sina (“Avicenna”).
Un portavoce dell’ospedale ha smentito la voce del rapimento al portale d’informazione libico al-Wasat, ma ha spiegato che i miliziani avrebbero chiesto all’ospedale di restare aperto sotto la loro protezione e che il personale sarebbe libero di spostarsi in città.
La città di Sirte, luogo d’origine dell’ex dittatore Muammar Gheddafi, è un obiettivo strategico e simbolico di tutte le parti impegnate nel conflitto in Libia.
Dallo scorso dicembre, le milizie schierate a favore del Congresso nazionale di Tripoli sono impegnate in una campagna militare per strappare i porti da cui transita il greggio libico alle truppe fedeli al Governo internazionalmente riconosciuto, insediato a Tobruk.
I gruppi armati che fanno riferimento all’ISIS hanno approfittato dell’andamento incerto dello scontro per ritagliarsi uno spazio dove operare pressoché indisturbati, a Sirte e nei dintorni.
Intanto, secondo quanto affermato dalla radio tunisina Mosaique FM, le forze antiterrorismo di Tunisi hanno sgominato quattro cellule impegnate in attività di reclutamento e addestramento di aspiranti terroristi nella provincia di Kairouan.
Le cellule organizzavano campi di addestramento coordinandosi con gruppi attivi in Libia.
Il ministero dell’Interno di Tunisi ha precisato in un rapporto di aver arrestato 22 sospettati, per lo più giovani, molti dei quali sono studenti o dipendenti pubblici.
Filippo M. Ragusa
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