Marò. Sul caso dei due Fucilieri trattenuti in India torna di nuovo a parlare l’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi.
Nell’ultimo giorno di vita il Governo Letta – ha dichiarato in un’intervista a Scelgonews – pare abbia deciso di attivare l’Arbitrato obbligatorio nei confronti dell’India. Io lo sto chiedendo dal 22 marzo scorso, come molti altri internazionalisti ed esperti. C’è voluto invece quasi un anno di reticente silenzio, di rinvii esasperanti, e le minacce di pena capitale, perché il Governo italiano “scoprisse” la strada del diritto internazionale, anziché la supina accettazione alle illegittime pretese indiane di giudicare i nostri due Maro’. Una strada già aperta lo scorso marzo dal sottoscritto, in prima battuta d’intesa con tutti i Ministri interessati, ma poi inopinatamente richiusa con il rinvio in India di Latorre e Girone deciso dall’allora Presidente del Consiglio”. Strategia questa – accusa Terzi – accettata poi anche dal Governo Letta per un malinteso senso di continuità. Resta inspiegabile avere atteso tutto questo tempo: nessun motivo ostava alla riattivazione dell’Arbitrato, mentre e’ stato controproducente aver continuato a lasciare il dossier in mano alla Giustizia indiana, facendo addirittura comparire in giudizio lo Stato italiano come fosse uno Stato terrorista. Continua a preoccupare le lacune, gli zigzag che caratterizzano la tardiva decisione di ricorrere all’Arbitrato, condizionandola ancora alla applicazione della legge antiterrorismo (Sua Act), la confusione insorta nell’attirare l’attenzione di Ban Ki Moon sulla violazione dei diritti umani, come se l’instaurazione formale della controversia con l’India non dovesse avere assoluta precedenza rispetto al coinvolgimento del Segretario Generale, nonché la perdurante rinuncia ad adire il Consiglio di Sicurezza dell’ONU”.
Nell’ultimo giorno di vita il Governo Letta – ha dichiarato in un’intervista a Scelgonews – pare abbia deciso di attivare l’Arbitrato obbligatorio nei confronti dell’India. Io lo sto chiedendo dal 22 marzo scorso, come molti altri internazionalisti ed esperti. C’è voluto invece quasi un anno di reticente silenzio, di rinvii esasperanti, e le minacce di pena capitale, perché il Governo italiano “scoprisse” la strada del diritto internazionale, anziché la supina accettazione alle illegittime pretese indiane di giudicare i nostri due Maro’. Una strada già aperta lo scorso marzo dal sottoscritto, in prima battuta d’intesa con tutti i Ministri interessati, ma poi inopinatamente richiusa con il rinvio in India di Latorre e Girone deciso dall’allora Presidente del Consiglio”.
Strategia questa – accusa Terzi – accettata poi anche dal Governo Letta per un malinteso senso di continuità. Resta inspiegabile avere atteso tutto questo tempo: nessun motivo ostava alla riattivazione dell’Arbitrato, mentre e’ stato controproducente aver continuato a lasciare il dossier in mano alla Giustizia indiana, facendo addirittura comparire in giudizio lo Stato italiano come fosse uno Stato terrorista. Continua a preoccupare le lacune, gli zigzag che caratterizzano la tardiva decisione di ricorrere all’Arbitrato, condizionandola ancora alla applicazione della legge antiterrorismo (Sua Act), la confusione insorta nell’attirare l’attenzione di Ban Ki Moon sulla violazione dei diritti umani, come se l’instaurazione formale della controversia con l’India non dovesse avere assoluta precedenza rispetto al coinvolgimento del Segretario Generale, nonché la perdurante rinuncia ad adire il Consiglio di Sicurezza dell’ONU”.
Infine, uno sguardo verso il nuovo Esecutivo alle porte:
E’ auspicabile che il nuovo Governo dia prova di risolutezza nell’affermare la sovranità dello Stato italiano sulle proprie Forze Armate, in una vicenda che ha gravemente danneggiato, con il rinvio dei Marò in India, l’immagine e il ruolo internazionale dell’Italia” L’ex Ministro degli Esteri, va ricordato, ha recitato un ruolo di primissimo piano nella vicenda. A marzo dello scorso anno i due Marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, infatti, avevano fatto ritorno in Italia con il permesso del Governo indiano per poter votare. L’11 marzo Terzi annunciò che i due fucilieri non avrebbero fatto ritorno in India. Il 21 marzo, invece, in aperta contraddizione con il Ministro, Mario Monti annunciò in tv la decisione di rimandarli in India. Il 26 marzo Terzi, in aspro dissenso con tale decisione, si dimise dal Governo.
Marcello Viaggio - Giornalista, ha esordito nel 1995 sulla rivista Italia Settimanale, con Marcello Veneziani. Dal 1998 al 2010 ha scritto sul quotidiano Il Giornale, con Andrea Pucci, oggi Vice-direttore del Tg5, e Claudio Pompei. Dal 2010 al 2011 ha scritto su Libero, in stretta collaborazione con il vicedirettore Franco Bechis. E’ stato opinionista fisso alla Tv della Libertà dell’on. Maria Vittoria Brambilla. Nell’agosto 2012 ha aperto sul web il portale NoiRoma2013.
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