Esistono libri inclassificabili, originali, incuranti di tutte le logiche editoriali, libri che a causa della loro autenticità, stentiamo a inquadrare in un genere ben definito: sono questi i testi che puntualmente mettono in crisi l’impalcatura illusoria messa in atto dalla categorizzazione letteraria più semplicistica, come è il caso di Mio Salmone domestico (Manuale per la costruzione di un mondo, completo di tavole per esercitazioni a casa), di Emmanuela Carbé, edito da Laterza, nel 2013, tra le uscite più significative e coraggiose dello scorso anno. Il sottotitolo, nella sua ironia, è già di per sé un’introduzione al mondo altro, attraverso cui dovrà inoltrarsi il lettore.
Umorismo senza limiti, assenza di realismo o di qualsiasi pretesa mimetica nei confronti della realtà (il libro si presenta fin da subito come finzione, attraverso un divertentissimo contratto narrativo in cui l’autrice si dichiara esonerata da qualsiasi problematica di natura critico-interpretativa, declinando ogni responsabilità sulla non credulità del lettore), nessun sviluppo romanzesco nella trama: Mio Salmone domestico non ha quasi niente del romanzo tradizionale, si presenta piuttosto come un testo narrativo simile alla fiaba, nonostante il contesto principale sia realistico e quotidiano.
La protagonista senza nome del libro, che scrive in prima persona e racconta dei suoi anni universitari, vive tra Pavia e Verona, insieme ad un salmone di nome Crodo, suo animaletto domestico, figura allegorica e metafora, forse, di una visione cinica e ironica del mondo.
Il salmone è per parte un personaggio antropomorfo (in grado per esempio di parlare, camminare, ecc.), in parte anche salmone a tutti gli effetti, dorme in una scatola di fragole ed è in grado di dare vita a delle sagome di cartone, creando così dei personaggi animati: tutto questo insieme ad una costellazione di personaggi strambi dal nome ancor più buffo (come ad esempio Madrelinguaspagnola, Minuscolofratello, Project manager, Pessoa Rodriguez Pontormo) contribuisce a creare in maniera decisa un’atmosfera surreale e fiabesca, che stride con il contesto realistico dove si svolge l’azione narrativa (Pavia, Verona, Londra dei nostri giorni). E’ proprio questa contraddizione a scatenare il grande fascino e la comicità del libro.
Ne risulta quindi un perfetto diario di situazioni comiche ed assurde, dove l’autrice riporta i pochi eventi mondani e le peregrinazioni condivise con il suo salmone Crodo. Il linguaggio utilizzato dalla Carbé riproduce spesso il parlato, sopprime per buona parte del romanzo gli articoli e impiega una scarsa punteggiatura, con un effetto comico vertiginoso e irrefrenabile.
In definitiva, Mio Salmone domestico è un’opera importante, originale, folle, un esordio narrativo dall’irresistibile ironia, che tuttavia sa anche essere sorprendentemente poetico e malinconico, specialmente nelle ultime pagine. Da segnalare infine il fumetto con i disegni dell’autrice, Pesce rosso e altre storie struggenti in Tavole per esercitazioni a casa, dove è protagonista invece un pesce rosso, quasi un contrappunto alla sezione narrativa precedente intitolata Manuale per la costruzione di un mondo.
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