Al-Qurayshi, il successore di Al Baghdadi, l’aveva promesso: “Vi faremo pagare caro l’uccisione del nostro leader”. E puntuale oggi è arrivata la rivendicazione dell’Isis dell’attentato ai militari italiani in Iraq nella zona di Kirkuq.
L’attentato, riferisce lo Stato Maggiore della Difesa, è avvenuto la mattina di domenica 10 novembre quando un Ied, un ordigno esplosivo rudimentale, è detonato al passaggio di un team misto di Forze speciali italiane in Iraq.
Il team stava svolgendo attività di addestramento (“mentoring and training”) in favore delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all’Isis. L’attentato è avvenuto intorno alle 11 locali, nella zona di Suleymania, nel Kurdistan iracheno. Ad essere coinvolti sono stati i commandos della task force presente in quell’area, che stava svolgendo un’attività di supporto ad una unità di forze speciali dei Peshmerga.
I cinque feriti, sempre secondo quanto è stato possibile apprendere, sono tre incursori della Marina (appartenenti al Goi, il Gruppo operativo incursori) e due dell’Esercito (9/o Col Moschin). I cinque militari coinvolti dall’esplosione sono stati subito soccorsi, evacuati con elicotteri USA facenti parte della coalizione e trasportati in un ospedale “Role 3” dove stanno ricevendo le cure del caso.
Tre dei cinque militari sono in condizioni gravi, ma non sarebbero in pericolo di vita. I tre militari sono tutti in prognosi riservata ed attualmente ricoverati in un ospedale militare a Baghdad. Il più grave ha riportato un’emorragia interna; un altro ha perso alcune dita di un piede e il terzo ha gravissime lesioni ad entrambe le gambe, che sono state parzialmente amputate. Gli altri due commilitoni coinvolti nell’esplosione, invece, hanno riportato solo micro fratture e lesioni minori.
In merito all’attentato si è tenuto in giornata il Consiglio Supremo di Difesa presenti il capo dello Stato Sergio Mattarella ed il premier Giuseppe Conte, affiancati dai ministri della difesa Lorenzo Guerini e da quello dell’economia Roberto Gualtieri .
Intanto la Procura della Repubblica di Roma, come è prassi, ha deciso di aprire un fascicolo per “attentato con finalità di terrorismo e lesioni gravissime”. Le indagini sono state affidate dal pm Sergio Colaiocco ai carabinieri del Ros.
L’attentato in Iraq ai militari italiani è “il rischio” che corre chi “opera sul campo”: perché l’addestramento “non si fa in una caserma ma sul terreno”. Questo il commento del generale Marco Bartolini, ex comandante della Folgore e del contingente italiano in Afghanistan ma soprattutto ex capo delle forze speciali italiane. “I militari che operano sul campo sono persone preparate, che sanno quello che fanno e lo fanno con passione – dice il generale – Ma in quelle situazioni, e soprattutto contro gli Ied, non esiste una contromisura che garantisca la sicurezza assoluta”.
“Sto seguendo con dolore e apprensione quel che è accaduto in Iraq ai nostri militari, coinvolti in un attentato – ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio -. I nostri ragazzi erano impiegati in attività di formazione delle forze di sicurezza irachene impegnate nella lotta all’Isis. In questi casi il primo pensiero va ai soldati colpiti, alle loro famiglie e a tutti i nostri uomini e donne in uniforme che ogni giorno rischiano la vita per garantire la nostra sicurezza. Seguiamo con attenzione ogni sviluppo”.
Ad aggravare il quadro degli attentati è arrivata, sempre dall’Isis, la rivendicazione dell’assassinio di due preti in Siria, in un agguato nel distretto di Busayra, nella regione di Dayr az Zor sotto controllo delle forze curdo-siriane. Lo riferiscono fonti locali e media siriani.
Nella sua rivendicazione, apparsa sui social network, l’Isis afferma che “due sacerdoti cristiani sono stati uccisi oggi dal fuoco di combattenti dello Stato islamico nel villaggio di Zar, nel distretto di Busayra, a est di Dayr az Zor”. L’Isis ha pubblicato la foto di un documento di identità di uno dei due preti: si tratta di Ibrahim Hanna Bidu, appartenente alla chiesa armena cattolica della regione orientale siriana della Jazira.
Non si conosce l’identità del secondo prelato. E non è chiaro se l’altra vittima sia in effetti un prete o se sia un suo accompagnatore.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy