In Islanda ci avevano provato già un anno fa a mettere in commercio una bevanda dei vichinghi ricavata dalle ossa dei cetacei. Il successo era stato discreto, anche se per le proteste degli ambientalisti che ritenevano “assurdo, immorale e oltraggioso” utilizzare la balena come ingrediente, questo tipo di birra era stato ritirato dal commercio per ordine del tribunale. Poi, col ricorso di Steðji, il birrificio produttore, la ‘bionda alla balena’ è tornata sugli scaffali.
Oggi la stessa microbirreria intende lanciare una nuova bevanda, questa volta aromatizzata con testicoli di balena affumicati. Lo scrive il sito internet della Bbc.
La birreria Shedji intende vendere per un periodo limitato di tempo la Hvalur 2, una birra che verrà aromatizzata per con testicoli di balena trattati “secondo un’antica tradizione islandese” prima di essere salata e affumicata.
“Vogliamo creare una vera atmosfera Thorri e ci conseguenza abbiamo deciso di usare testicoli affumicati fi balena per aromatizzare la birra” ha commentato Dagbjatur Ariliusson, comproprietario della birreria.
Nel 2013 l’Islanda ha ripreso la caccia commerciale alla balena dopo due anni di sospensione. La maggior parte dei cetacei catturati viene esportata in Giappone.
Anche questa volta il nuovo tipo di birra è stato pensato per essere messo in commercio nel mese di Thor, che va da fine gennaio a fine febbraio, festività durante la quale si consumano cibi tradizionali, carne di balena compresa.
Al mercato la prima è piaciuta: ne è stata venduta una quantità tale da soddisfare due terzi della popolazione dell’Isola. La cosa un po’ sorprende, da momento in cui praticamente nessuno in Islanda consuma carne di balena, ovvero solo il 3 per cento lo mangia almeno sei volte nell’anno mentre il 75 per cento non la compra mai. Soprattutto i giovani evitano questo prodotto. Il mercato di riferimento, in realtà, è quello giapponese dove la caccia alle balene ha una antichissima tradizione: risale al 6000 a.C. anche se solo in tempi molto recenti si è pensato di utilizzare la carne del cetaceo. Il Giappone, che nel 1986 ha firmato una moratoria sull’uccisione delle balene, ma ha continuato a cacciare appellandosi a un trattato del 1946 che permette di catturare i mammiferi per la ricerca scientifica, si appella al diritto di mangiare carne di balena, sostenendo che si tratta di una tradizione gastronomica da preservare.
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