Dopo i veleni (gratuiti), le polemiche (sterili per definizione, in questo caso addirittura grottesche), i toni accesi, gli insulti (fino ad arrivare a minacce di morte) sul solito bestiario che sta diventando il web ed una prova tecnicamente molto deludente della nostra nazionale, salvata solo nel finale, neanche a farlo apposta, da Eder, uno dei discussi oriundi della vigilia, ecco che allo sport italiano viene in soccorso la cavalleria che meno ti aspetti: quella dei motori, cui ci si riferiva, ormai da tempo, con gli stessi toni normalmente riservati ad un caro estinto.
E così, laddove il calcio nazionale continua ad offrire un campionario di nefandezze che metterebbe a dura prova la passione di qualunque altro popolo, per una domenica almeno le gioie sono arrivate dal mondo delle ruote, tutto.
La Ferrari, a Sepang, interrompe lo stucchevole “Lewis&Nico Show” della Mercedes e centra con Sebastian Vettel un successo che a Maranello non si vedeva dal Gp di Spagna del 2013. Quasi due anni fa. In uno sport altamente tecnologico, come la F1, quasi un’era geologica. “Ragazzi grazie, grazie, graziiieeee!!! Dai!! Forza Ferrariiii”, le grida di gioia non di un esordiente o di un giovane di belle speranze alla prima vittoria che conta, ma quelle di uno che il Mondiale di F1 lo ha vinto già ben quattro volte!
Una soddisfazione legittima, condivisa in tutto il team ferrarista. Perchè voluta e meritata. Non ci sono stati aiuti della sorte, l’avversario più forte non ha rotto o altro. Il duello è stato appassionante ed avvincente sin dalle promettenti prove. A partire dalla scelta delle gomme, sino a quella dei pit stop (uno in meno dei rivali).E completato dalla prova di uno straordinario Kimi Raikkonen: partito 11° (causa un errore grossolano il sabato, dopo aver volato nelle libere del venerdì), retrocesso all’ultimo posto in gara, dopo un contatto che gli aveva distrutto il posteriore sinistro, il finnico ha avviato una rimonta furiosa che lo ha portato al 4° posto. Ai piedi del podio. In realtà, idealmente, al fianco del raggiante compagno di squadra.
Ora, in Cina, vedremo quale sarà la risposta degli altri due inquilini del podio malese, Hamilton e Rosberg.
Il nuovo team principal, Maurizio Arrivabene, aveva dichiarato ben prima che iniziasse il Mondiale che per la Ferrari sarebbe stato un successo già chiudere la stagione con due vittorie all’attivo. Alla seconda tappa, già si è a metà dell’opera. Forse pensare ad una lotta ad armi pari per l’iride è ancora prematuro, ma non c’è che dire. Arrivabene è quantomeno partito bene.
La trionfale domenica motoristica italiana è stata poi completata dal trionfo di Valentino Rossi in Qatar, nella MotoGP. all’esordio stagionale e alla 109° perla in una carriera che è già un diadema di trionfi. Ma, circostanza altrettanto importante, a fargli da corona sul podio, altri due centauri tricolori: Dovizioso, protagonista annunciato dopo le splendide prove e autore di un duello entusiasmante con il Dottore sin quasi al traguardo, e Iannone. Lorenzo e Marquez per una volta dietro, a guardar loro le schiene. Un podio tutto nostro! Non accadeva dal Mugello nel 2005. Molto più di un’era geologica fa.
“Questa è la vittoria più bella della mia carriera!”, il commento di Valentino dopo il successo a significare la portata di quanto accaduto in Qatar.
Questa è la più bella domenica di motori che il nostro paese ricordi. Almeno in tempi recenti.
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