Lo spread ieri ha sfondato quota 180 e la campagna referendaria si è infiammata. Secondo il presidente del Consiglio, l’aumento dello spread è legato all’incertezza, ovvero all’esito del consulto referendario a breve scadenza. Cosa accadrà se all’alba del 5 dicembre Matteo Renzi dovesse uscire sconfitto dal voto? Quale sarebbe la maggioranza disposta a sostenere un eventuale nuovo governo? E cosa accadrebbe se quella maggioranza faticasse a nascere?
A venti giorni dal referendum e a quattro dal traguardo dei mille giorni di governo, lo spread sfonda la soglia dei 180 punti per poi chiudere a 176 con piazza Affari, maglia nera delle piazze europee. Oscillazioni che il premier Matteo Renzi definisce “ovvie” perchè “se c’è incertezza lo spread aumenta”. Ma il chiarimento che si tratta di “una constatazione, non di una minaccia” non salva il presidente del consiglio dall’attacco delle opposizioni, aggiungendo una nuova miccia ad una battaglia referendaria già infuocata. “La minaccia dello spread – attacca Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana – è solo l’ultimo, scomposto tentativo di Matteo Renzi di condizionare il voto degli italiani”. Per Brunetta è il presidente del consiglio “ad aizzare in modo irresponsabile la speculazione con affermazioni da paese sudamericano”. Se c’è un responsabile della “lacerazione” dell’Italia, rincara Massimo D’Alema, è proprio il leader dem, “una figura che non porta unità in un paese che ne avrebbe bisogno a maggior ragione di fronte al rischio populista che viene dall’elezione di Trump in America”.
“E’ ora che Renzi vada a casa”, dice oggi Silvio Berlusconi ai microfoni di Radio anch’io. E lui al referendum sdulla Costituzione voterà NO proprio per mandare a casa Renzi. “La bocciatura di questa riforma – afferma ancora Berlusconi – consentirà di scrivere poi una riforma seria e condivisa di cui il paese ha bisogno”. Il Centro destra non è stato capace di farlo nei nove anni al governo, in quanto “c’erano degli alleati che ora non sono più nel centrodestra che ci facevano un’opposizione. E poi abbiamo avuto Capi di Stato sempre contrari”. Ma la bocciatura di questa riforma “pericolosa”, secondo Berlusconi “consentirà di scrivere poi una riforma seria e condivisa di cui il paese ha bisogno”. E, poi “con la nuova legge elettorale – dice ancora Berlusconi – c’è il rischio di una deriva autoritaria. E’ triste dirlo ma negli ultimi 5 anni abbiamo avuto 5 colpi di Stato, con governi mai legittimati dal voto popolare. Renzi vuole una legittimazione che non ha mai avuto ma è ora che vada a casa”.
Ma in attesa del 4 dicembre, i mercati sono agitati e lo spread torna a salire, segno, osserva il direttore generale di Banca Generali Gian Maria Mossa, “di una certa preoccupazione” che si dovrebbe invece fugare. Per il presidente della Bce Mario Draghi “la stabilità è essenziale per fare riforme ben disegnate”.
Ai primi di agosto la forchetta dei Btp italiani con i Bund tedeschi era poco sopra i cento punti base, ieri è schizzata a 182 e chiuso solo qualche punto più sotto, a 176. Vero è che i tassi sono aumentati in tutta Europa, e che parte lo si deve alla vittoria (quasi) a sorpresa di Donald Trump. Centottanta punti base sono niente rispetto ai 570 del terribile autunno del 2011, ma è il livello più alto da oltre due anni a questa parte. I tassi dei titoli a dieci anni sono tornati a rendere più del due per cento: se non caleranno, alla fine dell’anno saranno costati all’Italia due miliardi di interessi sul debito in più di quanto previsto finora.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy