“Elena Ferrante sono io”. Il mistero sull’identità dell’autrice de “L’amica geniale” passa dalle pagine del Sole24Ore ai social. “Lo confermo. Sono Elena Ferrante. Ma questo ritengo non cambi nulla nel rapporto dei lettori con i libri della Ferrante”. Questo il tweet firmato @AnitaRajaStarn apparso ieri notte e prontamente smentito dagli editori di e/o che da 24 anni mantengono il segreto sulla loro scrittrice di punta.
Il polverone lo aveva alzato l’inchiesta di Claudio Gatti sulla Domenica di Sole24Ore di qualche giorno fa. Il giornalista investigativo affermava di aver “seguito la pista dei soldi” e che questa lo aveva portato a riconoscere nella traduttrice dal tedesco Anita Raja collaboratrice freelance di e/o il vero volto dietro allo pseudonimo letterario Elena Ferrante.
L’articolo faceva riferimento ad una “sospetta” corrispondenza tra il lievitamento delle vendite dei libri della Ferrante, anche all’estero e le entrate della Raja.
Lo stesso trend in forte ascesa [ boom della tetralogia de L’amica geniale nel 2014 e nel 2015 n.d.r] è replicato dai compensi che ci risultano essere stati pagati da Edizioni e/o a Raja. Abbiamo infatti appurato che nel 2014 sono aumentati di quasi il 50%, mentre nel 2015 hanno fatto un ulteriore balzo di oltre il 150 per cento. E a chi accusa il quotidiano di essere andato a scavare dove non si doveva, violenda un sacrosanto diritto alla privacy, Gatti aveva già dato la sua risposta ante litteram”.
Nell’autobiografia “La Frantumaglia“ pubblicata in risposta alle migliaia di lettori che volevano sapere di più sulla loro scrittrice preferita, la Ferrante aveva scritto “Io non odio affatto le bugie, nella vita le trovo salutari e vi ricorro quando capita per schermare la mia persona”. Ed ancora, aveva aggiunto l’autrice napoletana (di sicuro solo questo si sa), citando Calvino: “Italo Calvino nel 1964 scriveva a una studiosa che chiedeva informazioni personali: – Mi chieda pure quel che vuol sapere e glielo dirò. Ma non le dirò mai la verità. Di questo può star sicura – . Questo passo mi è sempre piaciuto e almeno parzialmente l’ho fatto mio”.
Gatti: “La Ferrante ha lanciato una sfida ai giornalisti”. “Mentendo – o meglio, annunciando che, qua e là avrebbe mentito – a nostro giudizio la scrittrice ha però compromesso il diritto che ha sempre sostenuto di avere (e che comunque solo parte del vasto mondo dei lettori e dei critici le hanno riconosciuto): quello di scomparire dietro ai suoi testi e lasciare che essi vivessero e si diffondessero senza autore – ha asserito Gatti – Anzi, si può dire che abbia lanciato una sorta di guanto di sfida a critici e giornalisti”.
“E’ evidentemente un falso, Anita in questo momento è in viaggio e non ha aperto alcun account Twitter. Non ha voglia di parlare di questa storia” ha smentito categoricamente Sandra Ossola, editrice di e/o. Grida al “fake” anche il capo dell’ufficio stampa e pro editor Giulio Passerini che, sentito da Repubblica accenna ad un possibile zampino di Tommaso Debenedetti, giornalista e già noto a molti per la famosa falsa intervista a Philip Roth nel 2009. Evidentemente, “Tommaso Debenedetti è sempre in circolazione” ha aggiunto infatti Passerini.
A novembre 2009 Libero aveva pubblicato un’intervista firmata da Debenedetti con il romanziere americano che si diceva molto deluso da Barak Obama. Un anno dopo, alla fine di febbraio Paola Zanuttini intervista (questa volta veramente) per il Venerdì di Repubblica proprio Roth al quale chiede conto della dichiarazione ma l’autore nega di aver mai parlato con Debenedetti. A quel punto, dopo la smentita da parte del giornale, si era cominciato ad indagare su altre possibili “bufale” la cui veridicità il figlio del critico letterario Giacomo Debenedetti, ancora non ammette nè smentisce.
“Anche se avessi inventato tutto di sana pianta, dovrei comunque essere ritenuto qualcosa di diverso da un manigoldo. Un genio. Suona meglio” affermava il giornalista al Fatto Quotidiano nel 2010.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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