Questa volta a decidere sono stati loro, i giovani lettori della Generazione Z: 600 ragazzi, dai 16 ai 18 anni, studenti di circa 55 licei e istituti tecnici diffusi su tutto il territorio italiano e all’estero. Il Premio Strega Giovani li ha chiamati a votare e a vincere l’ambito riconoscimento è stato l’ultimo romanzo di Marco Missiroli, “Fedeltà”, edito da Einaudi, che con 55 preferenze, su 408 voti espressi, ha superato gli altri 11 concorrenti arrivati con lui in finale.
La cerimonia di proclamazione si è svolta lo scorso 11 giugno, nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio dove a rappresentare le istituzioni c’era il presidente della Camera Roberto Fico. Oltre al romanzo di Missiroli, i titoli più votati sono stati: “L’età straniera” di Marina Mander, edito da Marsilio, e “Addio fantasmi” di Nadia Terranova, pubblicato da Einaudi.
A incantare i giovani lettori sicuramente è stata la tematica originale, schietta e sincera di Missiroli.
“Fedeltà” è innanzitutto – come spiega lo stesso autore – un romanzo sulla fedeltà a se stessi, a dispetto degli obblighi imposti dalla vita di coppia e dalle convenzioni e aspettative sociali. I principali protagonisti del romanzo sono una coppia, Carlo e Margherita, che intendono la fedeltà in due modi diversi. Lui, scrittore mancanto, professore grazie all’aiuto paterno, consapevole della propria inettitudine, pur sedotto dalla giovane studentessa Sofia non è in grado di consumare un vero tradimento. Lei, che ha abbandonato la carriera da architetto per la solidità di un lavoro da agente immobiliare, è talmente conscia di sé da lasciarsi andare consapevolmente alle carezze del suo giovane fisioterapista Andrea, senza per questo incrinare il rapporto col marito. Su tutti aleggia Anna, madre di Margherita, che muove i fili dei rapporti e del romanzo.
Una scrittura agile, ben consapevole, con accenni di crudeltà che garantiscono l’attenzione del lettore fino all’ultima riga: Missiroli si rivolge alle coscienze dei giovani e fa centro.
La coscienza dei giovani è orientata su due paradigmi centrali, il bisogno di appartenza/integrazione e il bisogno di opposizione/individuazione. Il primo bisogno ha una funzione di socializzare l’individuo in modo da adattarsi all’ambiente in cui vive, in cui è cresciuto e maturato. Questo sentire coinvolge tutte le relazioni primarie, affettive e sociali, prende le sembianze di ciò che sono le convenzioni sociali. Nel secondo, opposizione/individuazione l’individuo sente la pulsione di divenire una persona originale e autonoma, con pensieri creativi e lontani dalle regole pragmatiche della consuetudine sociale. Proprio quest’ultimo favorisce i rapporti con se stessi, la scelta dei legami duali, affettivi e d’amore , adeguati all’intima natura soggettiva al proprio sviluppo , che determinerà le passioni, vocazioni e impegni di vita.
Alla luce di questa teoria è facile dedurre la difficoltà e l’incertezza che circonda il campo degli affetti, tra giudicanti e giudicatori, l’esistenza risulta confusa e indeterminata causando spesso infelicità e paura. La paura di costruire l’amore contro i propri valori precostituiti e la libertà di viverlo senza timore. I protagonisti di Fedeltà sono di fatto due entità collusive e allo stesso tempo affascinanti, incarnano una realtà intrapsichica molto profonda tra viltà e coraggio.
E’ proprio attraverso la storia dei protagonisti, Carlo e Margherita, leggiamo uno spaccato dei sentimenti, dove l’amore viene vissuto con colpa consapevole opponendo una sfida continua, una messa in prova senza fine che frantuma tutto il bello che questo nobile sentimento produce. Già perché l’amore quando arriva crea quella magia unica e irripetibile che porta al cambiamento. Solo attraverso l’amore cambiamo, solo con l’amore percepiamo qualche istante di pura felicità.
In questi tempi così offuscati e generalizzati, una visione così accurata dell’esistenza è quasi un mantra per riflettere sulle propensioni personali, per ricordarsi la propria storia, per cercare quell’equilibrio perduto da condizionamenti sociali e Missiroli con “Fedeltà”, offre una chiave di lettura decisamente azzeccata e vince uno Strega giovani senza macchia, con gli applausi scroscianti di tutta la giuria.
Scritto con un linguaggio da Millennial, i giovanissimi per primi l’hanno premiato, ma è un romanzo che parla a tutti noi: un’ottima scelta per le letture di questa estate 2019.
Barbara Ruggiero
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