Chiara Appendino, sindaco di Torino, è indagata dalla Procura di Torino per falso ideologico in atto pubblico in relazione al bilancio del 2016. Denuncia alla quale ha poi fatto seguito quella del collegio dei revisori dei conti di Palazzo Civico. Il reato è configurato nell’ambito dell‘inchiesta sull’area ex Westinghouse, per un debito ‘fantasma’ di 5 milioni di euro verso Ream scomparso dal bilancio 2016. Stesso reato viene contestato all’assessore al Bilancio Sergio Rolando. Un avviso di garanzia ha raggiunto anche il Capo di Gabinetto di Palazzo civico, Paolo Giordana. L’indagine è partita nel luglio scorso a seguito di un esposto presentato dai capigruppo Alberto Morano (dell’omonima lista civica) e Stefano Lo Russo del Pd.
Serena e pronta alla massima collaborazione la sindaca Appendino “certa di aver sempre perseguito con il massimo rigore l’interesse della Città e dei torinesi”. “Desidero essere ascoltata il prima possibile – ha dichiarato – al fine di chiarire tutti gli aspetti di una vicenda complessa relativa all’individuazione dell’esercizio di bilancio al quale imputare un debito che questa amministrazione mai ha voluto nascondere”.
La vicenda riguarda l’area ex Westinghouse: nel 2012 Ream (una partecipata di Fondazione Crt) acquisì il diritto di prelazione sulla zona dove sorgerà il nuovo centro congressi di Torino. Versò al Comune una caparra di 5 milioni. A fine 2013 la Città aggiudicò ad Amteco-Maiora il progetto, operazione perfezionata alla fine dello scorso anno, quando il Comune ha incassato una parte dei 19,7 milioni offerti dai privati e, di conseguenza, avrebbe dovuto “decurtare” i 5 da restituire a Ream. Ma la somma non è stata né versata né iscritta a bilancio.
Nei mesi scorsi gli uomini della Guardia di finanza hanno acquisito numerosa documentazione negli uffici di Palazzo Civico: carte che testimonierebbero i rapporti con la società immobiliare partecipata dalla Fondazione Crt e mail tra sindaca, assessori e funzionari. Non solo, decine di funzionari e dirigenti di Palazzo Civico sono stati sentiti in procura dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio. Tra questi, l’ex direttrice del settore Finanze del Comune, Anna Tornoni, che avrebbe raccontato di pressioni da parte del capo di gabinetto, Paolo Giordana, perché non iscrivesse il debito di 5 milioni a bilancio. Tornoni, che nel frattempo è stata destinata ad altro incarico, aveva confermato agli inquirenti di aver avuto rapporti prevalentemente con Paolo Giordana nella predisposizione dei conti che poi si sarebbero riversati nel bilancio di assestamento. L’impianto accusatorio avrebbe trovato conferma anche in alcune mail.
Nello stesso periodo Appendino stava concordando con il presidente di Ream Qualgia la dilazione del debito, così da riuscire a chiudere con meno affanni i conti del 2016. In effetti il Comune lo restituirà nel 2018. Il 30 novembre è la sindaca a scrivere: informa l’assessore al Bilancio Rolando, Tornoni, il vice sindaco Montanari e l’allora direttore dell’Urbanistica Virano del fatto che, viste le trattative con Ream, il Comune non restituirà i 5 milioni nel 2016. La cifra, alla fine, non viene iscritta a bilancio, a differenza dei 19,7 milioni in entrata per Westinghouse.
Il Comune dunque, secondo la procura, avrebbe garantito l’equilibrio del bilancio del 2016 attraverso un falso: conteggiando un credito ma non il rispettivo debito. L’avviso di garanzia ad Appendino e Giordana è stato notificato oggi dagli uomini della Guardia di Finanza: nel documento il pm li invita a presentarsi in procura per essere interrogati.
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