Con l’incriminazione del patron del Potenza Calcio, Salvatore Caiata, indagato per riciclaggio dalla Procura di Siena, il movimento Cinquestelle torna finalmente tra i comuni mortali. E forse questo, nell’interesse dello stesso movimento, è un bene. Restano i dubbi sul ruolo delle procure e sul tempismo con cui le stesse, in varie parti d’Italia si muovono.
Poi il dubbio può legittimamente diventare sospetto, quando, a muoversi, sono procure come quella dormiente di Siena, dove per anni nessuno è riuscito a vedere i guasti, la corruzione e lo sfascio di un istituto territorialmente sovrano come il Monte dei Paschi di Siena, una banca dove il Pci prima, e i Ds, Pd dopo, hanno fatto tutto a proprio piacimento, creando un buco di sette miliardi, coperto poi con i soldi dei cittadini italiani ed avallato dal governo Renzi.
Ebbene tutto questo è accaduto senza che la Procura di quella città fosse stata mai in grado di capire come fossero andate effettivamente le cose a Rocca Salimbeni. Non si è voluto vedere il malaffare di dirigenti e uomini della banca intenti, da una parte, a nascondere ruberie e dissesto finanziario e dall’altra a far passare, come presunto suicidio, quello che in tanti cominciano a considerare un autentico omicidio premeditato: il tragico volo nel vuoto del responsabile delle relazioni esterne della Banca, Davide Rossi.
Ma tant’è. Veniamo al movimento e ai Cinquestelle. Dopo Rimborsopoli ed il rischio che il drappello di espulsi dal movimento possa diventare, una volta eletti, preziosa merce di scambio per chi vorrà fare un governo a tutti i costi, Grillo e compagni, ora devono fare i conti con un candidato di peso, che, anche se espulso, grava sulla verginità comportamentale e morale della lista che punta a cambiare l’Italia il prossimo 4 marzo.
Dell’onestà materiale e intellettuale di chi ha deciso di seguire Grillo nessuno doveva e deve dubitare. Scelta legittima per i Cinquestelle che oggi devono però fare i conti con una realtà dove debolezze, calcoli e scorrettezze, in particolare per chi tra, l’altro ha assaporato anche i piaceri della Casta, hanno il loro peso.
Pretendere, come hanno fatto Casaleggio e Grillo prima e Di Maio e Di Battista poi, di poter controllare in maniera parossistica e totalizzante, tutti e tutto ciò che oggi ruota intorno al mondo dei Cinquestelle non è politicamente ed umanamente possibile. I Marziani non esistono. Tantomeno nel colabrodo Italia e tantomeno in un mondo che rischia di essere votato da un italiano su tre. Mondo e strutture politiche dove ora, tra dirigenti nazionali e locali, militanti, iscritti e simpatizzanti si contano decine di migliaia di persone su cui, mettere la mano sul fuoco, non è difficile. E’semplicemente impossibile. Come è semplicemente impossibile anche pensare di farlo credere.
Sfatato questo mito, che stenta a morire nel movimento, le opposizioni e i loro leader di destra e sinistra, giustamente preoccupati dal risultato che i Cinquestelle potrebbero portare a casa, la notte del 4 marzo, si stanno scatenando in attacchi e polemiche, il più delle volte strumentali ed esagerate.
C’è però da fare un’ultima considerazione, soprattutto per chi andrà a votare. Il Movimento Cinquestelle resta un riferimento chiaro, se vogliamo anche in chiave antisistema, per chi punta ad un Paese più pulito, più giusto, meno ostaggio di Casta e malaffare e per fare questo hanno presentato credenziali, politiche e professionali che tutti gli altri partiti oggi non possono offrire.
Sul capitolo “storico” dell’onestà infatti, Pd, Forza Italia, Lega,Socialisti, Liberi e uguali e cespugli di democristiani evergreen presenti un po’ ovunque con altri campioni del trasformismo come Monti e Verdini, hanno veramente ben poco da dire.
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