Consumatori di prodotti caserecci, affezionati alle coltivazioni made in Italy: il Movimento Cinque Stelle mette in guardia dal consumo di pasta secca nostrana perché, come è scritto nella proposta di legge del luglio 2013 firmata da ben 16 deputati M5S: “La pasta venduta in Italia è prodotta per un terzo con grano saraceno”.
In effetti il Fagopyrum esculentum, che altro non è se non il nome scientifico del grano saraceno, sembra essere stato portato nel tardo Medioevo in Europa, approdando sulle coste del mar Nero, quando i Turchi dominavano la penisola balcanica. Solo dopo, quando nel 1500 gli albanesi fondarono colonie in Italia, sarebbe stato introdotto nel nostro Paese. Ma per chi vuole documentarsi meglio, c’è anche un’altra ipotesi: che la sua diffusione sia avvenuta attraverso l’Asia e l’Europa del Nord ad opera delle migrazioni dei popoli mongoli che dalla Russia meridionale portarono il grano fino alla Polonia e alla Germania, e da lì nel resto d’Europa. E’ probabile che entrambe le tesi siano valide e che la propagazione sia avvenuta contemporaneamente sia da Nord che da Sud.
Quello del M5S è soprattutto un appello ai bergamaschi, gran consumatori di polenta taragna e pizzoccheri: attenti al grano extracomunitario che insidia l’italianità del prodotto.
“Volevamo scrivere ‘straniero’“, si giustificano i 16 strenui difensori del made in Italy. Lo spiega su Facebook, il primo firmatario Luigi Gallinella. “Adesso faccio cambiare il testo”, assicura, precisando di aver preso il dato dalla relazione di una commissione d’inchiesta del 2011 su contraffazione e pirateria digitale. In effetti a pagina 90 di questa relazione appare il famigerato grano saraceno: “La maggior parte dei prosciutti – due su tre – venduti in Italia sono prodotti con cosce di animali di importazione, ad esclusione di quelli a denominazione di origine; metà delle nostre mozzarelle e dei nostri formaggi, non a denominazione di origine, non sono prodotti sul territorio nazionale ed un terzo della nostra pasta, venduta in Italia, è fatta con grano saraceno”, si legge nel resoconto stilato dal leghista Giovanni Fava e dal democratico Luca Sani.
Ma è troppo tardi per qualsiasi precisazione: sul web il tormentone è già partito al grido di basta tolleranza, più pene «in materia di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari».
Due esempi:
Aboliamo il Pan di Spagna, la crema catalana, i fichi d’india e il lievito di Birra, che di sicuro è della culona! #Granosaraceno
Quando il #granosaraceno approda in cucina, gli altri alimenti si rifugiano in credenza. #mammaliturchi
“c’è stato un ‘refuso’ nella nostra proposta di legge sulla contraffazione alimentare. L’avevamo segnalato agli uffici della Camera ormai un mese fa ma niente da fare: ovunque ci state sottolineando che il #granosaraceno non rovina il made in Italy. E certo, la parola giusta in quella frase è ‘straniero’ non saraceno”.
Ci piace guardare i lati positivi: e ovunque si sta parlando della nostra bellissima proposta di legge, che siamo convinti vada nella direzione giusta per la tutela del settore e per questo ci auguriamo che presto sarà calendarizzata e discussa”. Eccolo li’,: incardinato nella proposta di legge numero 1407, lo scivolone dei deputati grillini su cui sghignazza la Rete.
Il testo di legge n. 1407 porta le firme degli onorevoli Gallinella, Benedetti, Massimiliano Bernini, Gagnarli, L’Abate, Lupo, Parentela, Sarti, Bonafede, Ferraresi, Agostinelli, Businarolo, Micillo e Turco. La proposta, in verità, è vecchiotta: porta la data del 23 luglio scorso e finora aveva goduto dell’oblio. Ma se il diavolo fa le pentole e non i coperchi, qualche giorno fa è stata ripescata dal blog Duro di Sicilia : “Maledetti saraceni hanno infestato le coste siciliane con razzie e saccheggi per secoli ed oggi continuano esportando il loro perfido grano!”, ironizzano sul portale che tratta di tematiche agricole, facendo notare che il grano saraceno è in realtà un prodotto di nicchia e spesso considerato persino pregiato viste la produzione su scala ridotta e biologica. Ieri, poi, una mano giocosa ha postato la notizia su Twitter. Con il risultato che l’hanno letta tutti: c’è chi auspica l’immediata “espulsione dell’ambasciatore saraceno” a chi commenta sarcasticamente che “… Ogni giorno è il primo d’aprile con il #M5S”.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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