L’inchiesta di Mafia Capitale si arricchisce di un nuovo capitolo. Questa mattina la Guardia di Finanza ha proceduto al sequestro dei beni di Salvatore Buzzi, il ‘ras’ delle cooperative, per un valore di 16 milioni di euro. Aggiunti agli altri beni sequestrati nel corso dell’indagine,in tutto si arriva ad una cifra di oltre 360 milioni di euro.
La Sarim Immobiliare Srl, una società immobiliare romana, è finita mirino della Guardia di Finanza che ha messo sotto sequestro le quote societarie, e l’intero patrimonio aziendale, di cui Buzzi aveva il 6 %. La società risultava controllata da due cooperative, “29 giugno” e “Formula sociale”, anche loro sotto sequestro. Appartenente alla società era anche una proprietà immobiliare dedicata a “categorie protette”, tra cui donne, minori, rifugiati e richiedenti asilo.
Proprio alla gestione e alla collocazione di queste particolari “categorie” era dedicata un’altra cooperativa di Buzzi, la “Eriches 29”, al centro dell’inchiesta che ha coinvolto anche l’ex prefetto romano Giuseppe Pecoraro. Pecoraro, che aveva dichiarato di aver sì incontrato Buzzi, ma di non aver dato alcun seguito alle sue richieste, sarebbe stato smentito da una lettera, partita subito dopo l’incontro e firmata dal dirigente Roberto Leone. Nella lettera, indirizzata al sindaco di Castelnuovo di Porto e al Questore in cui si chiedeva quali impedimenti ci fossero “alla stipula di una convezione con il soggetto indicato Eriches 29”, in virtù delle “manifestazioni di disponibilità ricevute”.
Intanto, Franco Gabrielli, attuale prefetto di Roma, ha 45 giorni di tempo per decidere se approvare la richiesta di scioglimento del Campidoglio per infiltrazione mafiosa e farla avanzare al ministro dell?interno, Angelino Alfano.
La relazione su cui il prefetto baserà le sue valutazioni arriverà domani 16 giugno ed è stata redatta da un’apposita commissione,composta dal prefetto Marilisa Magno, dal viceprefetto Enza Caporale e dal dirigente del ministero dell’Economia Massimiliano Bardaniera, stata nominata a metà dicembre da Pecoraro lo scorso dicembre: a giudicare dai sei mesi di indagine e dalla mola di pagine (circa mille), il prefetto avrà molto da esaminare.
“Voglio sottolineare che non ho nominato io i membri della commissione d’inchiesta e non li ho nemmeno indirizzati – aveva dichiarato il prefetto Gabrielli – e quindi potrei anche prendere una decisione contraria all’esito della relazione. Dopodiché entro il 31 luglio, e cioè dopo 45 giorni, formulerò la mia proposta al ministro degli Interni. Che poi la porterà in consiglio dei ministri”.
P.M.
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