Mafia Capitale: il Cara di Mineo truffa la UE

Continuano a moltiplicarsi i filoni di inchiesta legati a Mafia Capitale, indagine iniziata dal 2013 sulla mala gestione del comune di Roma e le ruberie della sua amministrazione. Questa volta si tratterebbe di una presunta truffa a danno dell’Ue. Il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera ha spiccato sei avvisi di garanzia, ipotizzando una frode da un milione di euro nel centro del Cara di Mineo.

Dopo quello relativo all’irregolarità dell’appalto da cento milioni di euro di maggio 2014, per la gestione triennale dei servizi del Cara di Mineo, ritenuta illegittima dal presidente dell’Anas, Raffaele Cantone, si aggiunge un altro filone d’indagine (il quarto) sulla gestione del centro migranti di Mineo, in provincia di Catania.

La truffa del badge. Secondo l’ipotesi accusatoria, i gestori del centro avrebbero truccato la contabilità e barato sul numero dei migranti effettivamente presenti al Cara. Vediamo come.

Ad ogni ‘ospite’ viene consegnato un badge, un tesserino per usufruire dei servizi di accoglienza, dalla mensa, all’ambulatorio, all’emporio. Quando questo non viene utilizzato per tre giorni di fila, il sistema “segnala” l’assenza del migrante dal centro ma il gestore continua a prendere i 35 euro al giorno per il mantenimento. Dopo altri due giorni di inattività il badge viene disattivato e con esso anche l’erogazione della diaria.

A quanto pare però, di tutte le assenze registrate dal sistema dal 2011 ad oggi, molte, anzi, moltissime, non sarebbero state segnalate alla Prefettura che, quindi, ha continuato a pagare il mantenimento per migliaia di migranti che in realtà non esistono.

Le accuse ipotizzate sono reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ai danni dello Stato e dell’Unione Europea. Al momento, oltre la notifica dei sei avvisi di garanzia, la Procura sta svolgendo anche perquisizioni e sequestri.

P.M.