L’inchiesta su Mafia Capitale ogni giorno che passa si fa sempre più coinvolgente ed inquietante, tanto da ritenere che anche il sindaco Marino, che si ritiene – e lo dichiara – il deus ex machina di tutto, ovvero colui che ha fatto scoppiare lo scandalo, debba cominciare ad impensierirsi. La rivelazione più recente, riportata nelle cronache dei maggiori quotidiani nazionali, parla di una intercettazione telefonica che rivelerebbe contatti tra la collaboratrice più fidata del primo cittadino di Roma e Salvatore Buzzi.
La vicenda riguarda il rifacimento di un campo rom parzialmente abusivo, situato nella zona sud della città, a spese di un privato, il gruppo Leroy Merlin, che lì accanto vorrebbe aprire un nuovo centro commerciale. Per questo la multinazionale francese avrebbe progettato di destinare 10 milioni di euro al Comune di Roma per il sociale. Il presidente della coop “29 giugno”, attraverso il segretario Pd romano Lionello Cosentino, avrebbe fatto arrivare sulla scrivania di Ignazio Marino il progetto di ampliamento del campo denominato “La Barbuta”, confinante con il futuro centro commerciale. L’intercettazione telefonica riguarderebbe proprio il riscontro dato da Silvia Decina, capo segreteria di Marino, direttamente a Salvatore Buzzi. «Gli è piaciuta moltissimo, proprio tanto, tanto», precisa Silva Decina, al telefono.
Se non può essere tutto falso, considerato che una registrazione esiste, l’Ufficio Stampa di Marino questa mattina ha prontamente dichiarato sull’episodio, ovviamente minimizzandolo. Ed ecco cosa è scritto nel comunicato diramato dal Campidoglio: “A proposito della trascrizione pubblicata sui giornali di oggi di una telefonata tra il capo della segreteria del sindaco, dott.ssa Silvia Decina, e uno degli arrestati nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale, Salvatore Buzzi, precisa che tale telefonata risulta del tutto estranea all’inchiesta della procura della Repubblica poiché non figura come prova a carico dell’arrestato in quanto giudicata penalmente irrilevante. Per quanto invece riguarda il merito della vicenda, nel settembre 2014 la dottoressa Decina chiama Salvatore Buzzi a proposito di un’iniziativa imprenditoriale di interesse della multinazionale Leroy Merlin, finalizzata all’espansione commerciale della propria attività attraverso l’apertura di un nuovo punto vendita nella zona della Barbuta, periferia sud di Roma nota sino ad oggi solo per l’insediamento di un campo nomadi. Dalla trascrizione del colloquio emerge con tutta evidenza che il colloquio avviene per dare riscontro al Buzzi della presentazione del progetto, che Decina e Buzzi non si conoscono tant’è che è necessaria una preliminare presentazione e che la dott.ssa Decina si limiti a comunicare l’interesse dell’amministrazione a verificare la preventiva fattibilità della proposta. Quello che i quotidiani non scrivono è che la proposta, a seguito dell’istruttoria compiuta dagli uffici competenti di Roma Capitale, fu giudicata non realizzabile in quanto non compatibile con gli strumenti urbanistici attualmente vigenti. Spiace pertanto che gli organi di informazione non abbiano colto l’occasione per evidenziare che la buona amministrazione può consentire alla magistratura di non intervenire”.
Anche l’assessore alla Legalità, Alfonso Sabella, interviene su quello che è stato percepito come “un altro tentativo di infangare questa amministrazione. L’assessore che in un intervista al Giornale di Sicilia aveva dichiarato che” è più difficile scoprire il marcio nella Capitale che a Palermo”, oggi insorge in difesa del sindaco Marino e dell’amministrazione cui appartiene, annunciando di avere dato mandato ai legali di verificare la veridicità di quanto riportato sui quotidiani circa i contatti telefonici segretaria sindaco-Buzzi: “E’ in atto un altro tentativo di infangare questa amministrazione, che sta lavorando con onestà e impegno per cambiare questa città – dichiara Sabella – Abbiamo dato mandato ai legali di verificare tutte le ricostruzioni fatte nelle ultime ore, che cercano di accreditare l’idea che vi fossero contatti assidui tra Salvatore Buzzi, il Gabinetto e la segretaria del sindaco, Silvia Decina, per condizionare gli appalti pubblici. Si tratta di falsità di cui chiederemo conto in giudizio ai responsabili per tutelare l’onorabilità del sindaco e dei suoi collaboratori”.
Ma nonostante le dichiarazioni dell’ufficio in staff al Gabinetto del sindaco Marino e la nota dell’assessore alla Legalità, Federico Rocca, responsabile romano enti locali Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, non si ritiene per niente rassicurato: “Fatti evidenti (le intercettazioni, ndr) smontano il castello costruito in questi mesi da Ignazio Marino autodefinendosi l’argine al sistema di mafia capitale”. “Le intercettazioni emerse oggi sull’affare Leroy Merlin – La Barbuta – dice Rocca – dimostrano che Buzzi aveva molta confidenza con la segreteria del Sindaco, aveva un canale diretto al quale proporre addirittura progetti milionari, tanto da arrivare a concordare con loro le varie tappe degli stessi“. “E’ ora che Marino la smetta di mentire ai romani, è ora che si dimetta senza se e senza ma per risparmiare a Roma l’onta del commissariamento per mafia. Oggi – conclude Rocca – gli interessi personali o di partito devono essere messi da parte, poiché oggi c’è un valore molto più alto di tutti noi che deve essere difeso, tutelato e aiutato a recuperare serenità e credibilità: Roma“.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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