Cala il gelo fra 007 britannici e americani. Dopo le fughe di notizie seguite all’attentato di lunedì sera, la polizia di Manchester ha deciso di smettere di passare informazioni all’intelligence USA.
Per capire la portata della decisione occorre ricordare che USA e Gran Bretagna fanno parte dei Five Eyes, un’alleanza fra servizi segreti che include anche Canada, Australia e Nuova Zelanda, coordinata da Washington. I servizi degli Stati membri si impegnano a condividere tra di loro tutte le intercettazioni e le informazioni riservate in loro possesso. Il sistema funziona dal 1946, subito dopo la guerra, più o meno da quando Churchill dichiarò che fra USA e GB corre una special relationship, un rapporto “speciale”.
Ieri Amber Rudd – ministra degli Interni del Regno – aveva incolpato gli USA di aver lasciato filtrare troppi dettagli troppo riservati ai giornali. A scatenare la sua ira era stata la pubblicazione di foto della bomba esplosa alla Manchester Arena, evidentemente scattate dalla polizia scientifica. Ma la decisione di sospendere la collaborazione fra gli inquirenti e gli USA non è stata presa a Londra. Secondo quanto ha detto un portavoce di Downing Street, si è trattato di “una scelta operativa di competenza della polizia”, quindi presa in assoluta autonomia a Manchester, senza nemmeno consultare Whitehall. Ma il Foreign Office ha fatto sua l’istanza degli inquirenti: “Sono state presentate proteste a ogni livello di rapporti fra le autorità britanniche e le nostre controparti statunitensi”, ha detto una fonte governativa al Guardian.
Intanto proseguono le indagini e gli arresti. Una donna è stata scarcerata, ma altre due persone sono state fermate, portando a otto il totale dei sospetti nelle mani degli inquirenti. Secondo il capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins, gli arresti “sono significativi” e il materiale raccolto nelle perquisizioni degli ultimi giorni “molto importante”. Riconosce i “progressi nelle indagini” anche la ministra degli Interni Amber Rudd, ma per ora il livello di allerta terrorismo resta “critico” (il valore più alto della scala), il che significa che le autorità ritengono ancora imminente un nuovo attacco.
Intanto la regina Elisabetta II ha visitato in ospedale alcuni dei bambini feriti nell’attentato. “È stato uno shock per tutti, ma siamo uniti”, ha detto la sovrana.
Da quanto è emerso negli ultimi giorni, in ogni caso, è emersa la netta sensazione che i servizi di sicurezza britannici non abbiano fatto tutto il possibile per evitare la strage. Secondo il Daily Telegraph, l’antiterrorismo aveva ricevuto almeno cinque segnalazioni che avrebbero dovuto metterla in guardia sulla pericolosità di Salman Abedi, l’attentatore suicida.
Secondo Mohammed Shafiq – direttore della Ramadhan Foundation, un’associazione caritatevole islamica di Manchester, e noto anche come opinionista tv – la prima risalirebbe ad almeno due anni fa: “Le persone della comunità erano preoccupate per il modo in cui si comportava e lo avevano segnalato attraverso i canali appropriati. Non ne hanno saputo più nulla”. Altre due segnalazioni sarebbero arrivate da amici, una dalla moschea di Didsbury, che frequentava fino a quando non è stato cacciato, l’ultima addirittura dalla sua stessa famiglia, che lo considerava “pericoloso”.
Altre segnalazioni erano arrivate dai servizi segreti di altri Stati europei. Secondo Sky News, Abedi sarebbe stato visto a Düsseldorf quattro giorni prima dell’attentato. Der Tagesspiegel scrive che sarebbe arrivato in Germania dalla Libia – il paese d’origine della sua famiglia – passando per Praga, e sarebbe ripartito il 18 maggio alla volta di Manchester. “Non è chiaro quanto tempo abbia passato in Germania”. Certamente, se quattro giorni prima della strage era in Renania, non poteva contemporaneamente essere anche in Libia, come si era detto martedì.
Cosa ci faceva in Germania? I servizi segreti tedeschi sono al lavoro per rispondere a questa domanda. Si tratterebbe del suo secondo viaggio in quel Paese negli ultimi anni: gli investigatori hanno rintracciato il suo nome nella lista dei passeggeri di un aereo diretto da Francoforte al Regno Unito, nel 2015. Secondo Scotland Yard stava tornando da un viaggio di addestramento in Siria, in un campo dell’ISIS o di altri miliziani jihadisti. E non è escluso che in Germania abbia incontrato qualcuno con cui aveva stretto contatti in quell’occasione.
Dalla Germania arriva la notizia dell’arresto di quattro sospetti jihadisti, ma non è chiaro se questo abbia alcunché a che fare con le indagini sull’attentato di Manchester, anche perché la polizia inglese potrebbe aver deciso di interrompere la collaborazione anche con l’intelligence di altri Stati, per evitare fughe di notizie.
Intanto la camera dei Rappresentanti USA – per bocca del presidente della commissione Sicurezza interna, il repubblicano Mike McCaul – ha sostenuto che nell’attentato si sia usato il famigerato TATP (perossido di acetone), l’esplosivo sintetizzabile a partire da sostanze di uso comune (acqua ossigenata e fertilizzanti) già usato in altri attentati di marca jihadista in Europa. Ma la bomba esplosa a Manchester era troppo sofisticata, ha aggiunto McCaul, per essere stata costruita in un laboratorio casalingo da un lupo solitario.
F.M.R.
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