La vendetta è un piatto che si cucina lento. E Ignazio Marino, sindaco di Roma per meno di metà consiliatura, l’uomo del Pd uscito vincitore dalle primarie del 2013 e costretto proprio dal suo partito a rassegnare le dimissioni (ottobre 2015), lo ha preparato: caldo di stampa (Feltrinelli), è pronto per essere consumato da giornalisti e lettori avidi di ravvisare tra i nomi e cognomi dei ‘cattivi’ che Marino ha incontrato nei pochi mesi trascorsi in Campidoglio, questo o quel funzionario che conoscono o con cui hanno avuto a che fare.
Il suo ‘memoriale’ dal titolo “Un marziano a Roma. La mia verità”, da domani sarà esposto nelle librerie della Capitale e non solo. Lo aveva annunciato solo dopo le primarie che hanno visto trionfare per il Pd Roberto Giachetti: la data di uscita della pubblicazione di Ignazio Marino è fissata per giovedì 31 marzo.
La descrizione è molto forte, parla di “un libro esplosivo, ma niente affatto scandalistico, ricco di rivelazioni e retroscena sui passaggi anche più minuti del sottopotere romano. I rapporti di forza, i meccanismi non meritocratici che ha cercato di cambiare, alla base di tante nomine. Senza paura di fare nomi e cognomi. Un libro che sarà al centro del dibattito pubblico”. E che farà parlare di nuovo di Mafia Capitale.
Ma mentre la campagna per il nuovo sindaco di Roma Capitale entra nel vivo, anche se non è ancora ben chiaro se il centrodestra correrà con quattro nomi o se cercherà l’accordo su un’unica figura, è il momento della verità anche per un altro ex sindaco di schieramento politico opposto a quello del chirurgo dem, Gianni Alemanno: anche la sua vita da primo cittadino è affidata a pagine di carta intitolate “Verità Capitale” (edizioni Koiné) in uscita il 28 aprile, data che la storia ricorda come giorno della fucilazione del Duce, Benito Mussolini (1945).
Ma mentre quello di Marino è un tessuto intrecciato tra cose ben fatte ed altre fatte meglio -peccato che non solo nove romani su dieci abbiamo bocciato lui e la sua giunta ma che persino i suoi compagni di partito, da Orfini e Esposito, abbiano bollato la sua ‘verità’ come “romanzo fantasy” pieno di “balle marziane” – , il libro di Alemanno è il racconto dei suoi 5 anni di legislatura non privo di ammissioni di colpa riguardo a progetti, ambizioni e fallimenti:
“Ci siamo lanciati verso obiettivi difficili e impervi con una macchina con le ruote sgonfie e il volante rotto. Non potevamo non romperci l’osso del collo, anzi fin troppo è stato realizzato in queste condizioni”. Alemanno riconosce “la debolezza e l’impreparazione della mia squadra di governo, che deriva dai miei personali errori di valutazione e dalla fragilità del movimento politico che mi ha portato a governare il Campidoglio”.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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