Manifestazione dei dipendenti in Campidoglio
Agenti di polizia municipale, educatrici, assistenti sociali, amministrativi, vigili urbani, insegnanti e dipendenti Atac. Tutti a braccia conserte. E in piazza. Sono circa 24 mila i dipendenti del Comune che hanno deciso di dare vita al primo, storico, sciopero generale della Capitale. Il motivo? Il rischio di tagli al salario accessorio nonostante le promesse dell’amministrazione Marino. Si parla di circa 200 euro in meno in busta paga.
I dipendenti si sono dati convegno alle 8.30 in piazza Bocca della Verità per poi sfilare, compatti, in direzione del Campidoglio. “Game over – insert coin to continue…Salario, diritti, dignità per garantire servizi ai cittadini”, è lo striscione che campeggia in testa al lunghissimo corteo. Non il solo. “No a ideologie politiche ed economiche, difendiamo i diritti dell’uomo del futuro”, lo slogan esposto dagli educatori della scuola dell’infanzia. “Sì alla scuola di qualità, no al decadimento” e “Caro Marino, cosa imparerà il bambino se riduci la maestra ad uno zerbino?”, quelli agitati dalle maestre. Ma anche, ovviamente, messaggi trasversali che accomunano tutte le migliaia di partecipanti quali: “Dignità per i capitolini” e “Chiediamo salario, dignità e rispetto”.
I sindacati, dato l’elevatissimo numero di adesioni (per i vigili urbani si parla addirittura dell’80-90%, ndr), già si fregano le mani e parlano di successo della mobilitazione. “Certamente possiamo dire che lo sciopero è riuscito, con una adesione altissima mai registrata nel Comune di Roma, oltre le più rosee aspettative”, dice il segretario romano di Cgil-Fp, Natale Di Cola, che però non si sbilancia sul numero degli iscritti presenti. “Asili nido e scuole materne sono chiuse – sottolinea Giancarlo Cosentino, di Cisl-Fp – ed è altissima l’adesione anche tra gli agenti della polizia municipale: in gruppi di seicento unità sono al lavoro al massimo sette vigili”. Il segretario romano di Cisl-Fp, Roberto Chierchia, invece, azzarda una cifra: “Siamo oltre cinquemila”.
Ignazio Marino
Piuttosto esplicito, poi, lo stesso Giancarlo Cosentino, che non lesina parole di fuoco nei confronti del sindaco: “Sentiamo il peso della città, Marino nulla conosce, non c’è lui davanti ai bambini, nelle strade o nei municipi“. “Oggi lanceremo una rivoluzione capitolina, una sorta di mappatura delle criticità presenti in ogni singolo ufficio”, l’obiettivo che si propone il segretario Natale Di Cola. In ballo dunque, “c’è, molto di più del salario accessorio – rilancia Francesco Croce, segretario della Uil-Fp Roma e Lazio – c’è la richiesta di dignità per i lavoratori, ovvero per coloro che garantiscono i servizi alla città”. Oltre a concrete garanzie in merito al salario accessorio e al conseguente ritiro della delibera che prevede il 31 luglio come termine ultimo per l’erogazione certa dello stesso, le rivendicazioni dei manifestanti si possono riassumere in cinque differenti richieste: 1) fissare come tetto massimo lo stipendio del sindaco su cui riparametrare i compensi dei nominati della politica; 2) aprire un tavolo per la lotta agli sprechi e alla illegalità per produrre veri risparmi di gestione da utilizzare per la contrattazione e i servizi; 3)aprire una vertenza con il Governo per vedere riconosciuta la specificità di Roma Capitale su assunzioni e organizzazione del lavoro; 5) ritirare gli atti unilaterali che incidono sull’organizzazione degli uffici.
Inevitabili le ripercussioni sul traffico di questa mobilitazione così massicccia: caos e rallentamenti sulle principali direttrici che portano al centro della città e traffico impazzito in via Cavour, via di San Gregorio, via dei Cerchi, Muro Torto all’altezza di piazzale Flaminio, ma anche nelle zone del Vaticano, del Policlinico e di San Giovanni. Intasata l’area tra Porta Maggiore, piazzale Labicano e via Emanuele Filiberto, problemi si riscontrano anche sulle consolari di accesso alla città, dalla Tiburtina alla Cassia, dalla Trionfale alla Prenestina, dall’Appia alla Cristoforo Colombo, e anche sulla Tangenziale Est. Un “venerdì nero” come pochi altri se ne ricordano.
E, al momento, dal Campidoglio, il suo illustre inquilino, dopo aver incassato una salva di fischi al suo arrivo in bicicletta, tace.
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