La Corte Indiana ha dato il nullaosta al rimpatrio per quattro mesi di Massimiliano Latorre, colpito da ischemia cerebrale il 31 agosto scorso. In cambio i giudici chiedono una garanzia scritta che assicuri il suo rientro.
La sala n.1 della Corte suprema indiana ha esaminato oggi, intorno alle 8:30 italiane, l’istanza presentata dal team dei legali della difesa del fuciliere di Marina in cui si chiede una autorizzazione per lui a rientrare in Italia per rimettersi completamente dopo l’episodio acuto che lo aveva portato in ospedale per una settimana.
Il presidente della corte R.M. Lodha, accompagnato dai giudici Kurian Joseph e Rohinton Fali Nariman, ha ascoltato in particolare il rappresentante del governo, lo “additonal solicitor general” P.S. Narasimha, a cui in una udienza iniziale lunedì era stato chiesto di presentare la posizione al riguardo. «Si tratta di un caso di malattia e di condizioni fisiche – aveva detto detto Lodha rivolto a Narashima – e se esistono serie obiezioni alla richiesta dovete dircelo». Ma lo stesso giorno in una conferenza stampa il ministro degli indiano Esteri Sushma Swaraj aveva anticipato che «se la Corte concedesse il rimpatrio su un terreno umanitario, noi non ci opporremmo».
A cercare di intralciare questa decisione era giunta nelle ultime ore una istanza di Freddy John Bosco, proprietario del peschereccio coinvolto nell’incidente del 15 febbraio 2012 in cui morirono due pescatori, in cui si chiedeva per Latorre ulteriori accertamenti medici.
Il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha espresso “soddisfazione” per la decisione della Corte suprema indiana. Il Governo, ha precisato Pinotti, continuerà a lavorare “con estrema determinazione a una rapida e definitiva soluzione di questa disputa”. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono accusati dalle autorità indiane di avere ucciso due pescatori del Kerala durante un’attività antipirateria il 15 febbraio 2012, scambiandoli per predoni.
Latorre “rientrerà in Italia quanto prima; il tempo di espletare le ultime formalita amministrative per la sua partenza”, ha spiegato il ministro della Difesa. “Questo risultato è confortante, ma non ci distoglie certo dalla volonta di trovare una soluzione rapida della vertenza con l’India, attraverso le iniziative che abbiamo da tempo intrapreso e che perseguiamo con determinazione”, ha aggiunto.
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