La Corte Suprema indiana ha fermato tutti i procedimenti legali contro i marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre “fino a nuovo ordine”. Nuova Delhi ha eseguito quanto aveva deciso due giorni fa il Tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo, che aveva ordinato all’Italia e all’India di “sospendere ogni iniziativa giudiziaria e non intraprenderne di nuove”.
Anil R. Dave, Kurian Joseph e Amitava Roy, i tre giudici della Corte, hanno preso la decisione all’unanimità dopo aver consultato Sole Sorabjee, che difende i fucilieri italiani, e il Procuratore generale aggiunto P. S. Narasimha, responsabile della pubblica accusa.
Per fare il punto della situazione la Corte Suprema si riunirà di nuovo il 13 gennaio 2016, due giorni prima della fine del permesso di permanenza in Italia per motivi di salute concesso a Latorre.
La sentenza del Tribunale di Amburgo non ha disposto il rientro in patria dei marò come si sperava in Italia, ma d’altra parte ha deciso che la magistratura indiana non è competente a decidere sul loro caso: a dirimere la questione sarà la procedura arbitrale internazionale partita esattamente due mesi fa su iniziativa italiana.
Girone e Latorre devono rispondere dell’uccisione di due pescatori indiani, Jelastine e Ajeesh Pink, avvenuta al largo delle coste dello stato indiano del Kerala nel febbraio 2012. I due fucilieri di Marina, che prestavano servizio a bordo della petroliera italiana Enrica Lexie, hanno ammesso di aver scambiato i pescatori per pirati e di aver sparato contro di loro, ma sostengono che l’incidente sia avvenuto in acque internazionali, non in acque territoriali indiane come sostiene invece l’accusa.
La loro vicenda giudiziaria si trascina di rinvio in rinvio da tre anni e mezzo, tempo nel quale le accuse nei loro confronti non sono mai state formalizzate. Ancora oggi la Corte ha espressamente respinto una petizione presentata dalle famiglie delle vittime, in cui si chiede ai magistrati di riprendere in considerazione l’ipotesi di applicare al caso la normativa antiterrorismo indiana, contenuta nel cosiddetto SUA Act (“legge sulla repressione degli atti illegali”) che in alcuni casi prevede la pena di morte.
Latorre è in Italia dal 13 settembre 2014 per motivi di salute: un’ischemia lo ha costretto a un intervento chirurgico al cuore e a una laboriosa riabilitazione. Girone, invece, non mette piede in Italia dal marzo 2013, quando gli è stato concesso l’ultimo permesso per votare alle elezioni politiche.
F.M.R.
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