A 41 anni dal referendum del 1974, il Parlamento ha approvato in via definitiva (con 398 sì, 28 no e 6 astenuti) la riforma delle norme sul divorzio. A favore hanno votato Pd, Sel, M5s, Scelta civica, Psi e Alternativa libera. Forza italia e Area popolare hanno dichiarato il loro sì lasciando, però, anche libertà di coscienza, viste le “diverse sensibilità” presenti nei gruppi. Anche la Lega Nord ha lasciato libertà di coscienza.
E, così, perfino il matrimonio finisce, anche se oggetto non è, nel ben noto ciclo consumistico ‘usa e getta’. Da domani, dunque, separarsi per rifarsi un’altra vita sarà ancora più facile e rapido: basteranno sei mesi per rompere il legame coniugale stretto davanti ad un ufficiale di stato civile o davanti ad un sacerdote. Tempo massimo per un divorzio ‘chiavi’ in mano, un anno, se manca la consensualità e si decide di ricorrere al giudice. Finora è stato invece di tre anni il periodo prescritto dalla legge, considerato dagli esperti necessario affinché la coppia potesse valutare bene la propria decisione ed eventualmente riconsiderarla. Non per caso, diversi coniugi, durante questo periodo finestra, hanno deciso di non dare seguito alla scelta iniziale. Ma tant’è.
“E’ una norma di civiltà – ha detto la relatrice Alessia Morani -. Sono decenni che il Paese aspetta norme più moderne che accorcino i tempi del divorzio, riducendo peraltro quelle conflittualità di cui sono vittime in primo luogo i figli delle coppie che scelgono di separarsi“. Il testo che è stato approvato in prima lettura alla Camera, che è stato modificato al Senato – con lo stralcio della norma che prevedeva il divorzio immediato ma non solo – e che oggi sarà votato definitivamente alla Camera, è invece bocciato da Alessandro Pagano, di Ap. Questa legge, dichiara, rischia di «causare disastri inenarrabili» visto che rende la società «sempre meno responsabile».
C’è poi l’applicazione immediata: il ‘divorzio breve’ sarà operativo anche per i procedimenti in corso. Dal provvedimento, durante la discussione al Senato, è stata stralciata la norma che prevedeva il divorzio immediato, cioè senza separazione.
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