Un governo snello, con pochi ministri da presentare al Quirinale in tempi strettissimi, entro domani. Che potrebbe partire però con l’ handicap dell’assenza della fiducia da parte delle due Camere. Con un programma che “in caso di fiducia prevedrebbe l’approvazione la legge di bilancio per il 2019 dopodiché il Parlamento verrebbe sciolto con elezioni a inizio 2019. In assenza di fiducia, il governo si dimetterebbe immediatamente e il suo principale compito sarebbe la gestione dell’ordinaria amministrazione e di accompagnare il Paese a elezioni dopo il mese di agosto”.
E’ il giorno dopo la rinuncia dell’avv. Giuseppe Conte, individuato da Lega e M5S come possibile presidente del Consiglio del ‘governo del cambiamento’. Cambiamento che non è stato consentito per volontà del Capo dello Stato che sull’ipotesi Paolo Savona all’Economia ha posto il veto, rilanciando il Giorgetti braccio destro del leader della Lega. Ma che Matteo Salvini, insieme al pentastellato Di Maio, non ha accettato.
Oggi Carlo Cottarelli, indicato da Mattarella già ieri sera come possibile futuro premier, ha accettato “con riserva” l’incarico. “Onorato come italiano”, Cottarelli assicura l’impegno a non candidarsi e chiederà di fare lo stesso “a tutti i membri del futuro governo”, assicurando in questo modo ha sottolineato, “una neutralità completa rispetto al dibattito elettoral”. L’ex ‘Mister spending review’ è un uomo che ha costruito la sua preparazione lavorando al Fondo monetario internazionale come direttore del dipartimento che si occupa degli affari relativi ai bilancio degli stati, dopo aver lavorato in Banca d’Italia e all’Eni.
“Il Presidente mi ha chiesto di presentarmi in Parlamento con un programma che porti il Paese a nuove elezioni: conto di presentare in tempi molto stretti – ha detto l’economista – la lista dei ministri al presidente della Repubblica. Quindi mi presenterò con un programma che in caso di fiducia prevedrebbe l’approvazione la legge di bilancio per il 2019 dopodiché il Parlamento verrebbe sciolto con elezioni a inizio 2019. In assenza di fiducia, il governo si dimetterebbe immediatamente e il suo principale compito sarebbe la gestione dell’ordinaria amministrazione e di accompagnare il Paese a elezioni dopo il mese di agosto”.
Da economista il neo presidente del Consiglio incaricato ha osservato che nonostante negli ultimi giorni siano aumentate le tensioni sui mercati finanziari – “sapete bene che lo spread è aumentato”, ha detto – “tuttavia l’economia italiana è ancora in crescita e i conti pubblici rimangono sotto controllo. E vi posso assicurare nel modo più assoluto che un governo da me guidato assicurerebbe una gestione prudente dei nostri conti pubblici”.
Un’ultima considerazione dell’uomo che sicuramente piace alla Germania della Merckel e che si è già assicurato l’appoggio incondizionato di tutto il Pd compatto, riguarda i rapporti con l’Europa: “Un dialogo con l’Europa in difesa dei nostri interessi è essenziale – ha asserito Cottarelli – Possiamo fare meglio che in passato ma deve essere un dialogo costruttivo nel pieno riconoscimento che, come Paese fondatore dell’Ue, il nostro ruolo nell’Unione resta essenziale come resta essenziale la nostra continua partecipazione all’area dell’euro”.
Si prefigura dunque un esecutivo che dovrebbe chiedere una sorta di fiducia limitata, con la garanzia presidenziale – e dello stesso Cottarelli – di dimissioni e scioglimento delle Camere a fine dicembre, una volta approvata una legge di Bilancio light che permetta di evitare l’esercizio provvisorio e l’aumento dell’Iva. Dopodichè ritorno al voto nel febbraio 2019. Sempre che il Parlamento sia disponibile ad accordargli la fiducia. Cosa che, ad oggi, sembra molto difficile. S
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