Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella silura il governo Salvini-Di Maio, rimanda a casa il professor Giuseppe Conte incaricato di formare il nuovo esecutivo ed apre una crisi politico istituzionale senza precedenti, rinviando tutto alle Camere, dove il movimento Cinque Stelle però (e non è da escludere che anche la Lega e altri possano associarsi alla richiesta) si mobilita per chiedere l’impeachment del Capo dello Stato. A far precipitare la situazione ed accelerare la drammatica conclusione del tentativo di Giuseppe Conte, la volontà della maggioranza di portare il professor Savona al ministero dell’economia. Con motivazioni molto discutibili e sicuramente frutto delle pressioni ricevute da Ue e Germania, Mattarella ha deciso di ignorare il voto di decine di milioni di italiani e andare cosi ad uno scontro che non lascia prevedere nulla di buono. “L’ho fatto nell’interesse della Costituzione, del Paese e dei risparmiatori” ha detto Mattarella dopo aver congedato il premier incaricato. “Questa vicenda dimostra come in Italia il voto è inutile, comandano lobby e agenzie di rating” gli ha fatto eco Di Maio. Difficile dargli torto così come suonano francamente stonati i richiami di Mattarella alla tutela degli italiani risparmiatori soprattutto, se questa battuta la si ricollega ai lunghi silenzi del Colle seguiti allo scandalo bancario di proporzioni ciclopiche che nel 2016- 2017 ha devastato il mondo del risparmi, rovinando centinaia di migliaia di persone quando a Palazzo Chigi c’erano premier di sinistra non legittimamente eletti dai cittadini. Domani sentiti i presidenti di Camera e Senato Mattarella proverà a tentare la carta di un presidente del consiglio tecnico. E stavolta è pronto Carlo Cottarelli già convocato al Quirinale. Ma questo tipo di scelta nasce asfittica in quanto alle Camere a decidere saranno Salvini e Di Maio che sulla questione della difesa della sovranità nazionale, e non solo, potranno trovare non pochi elementi fuori dai propri partiti disposti, a sostenerli in un processo di riconoscimento di legittimità del voto popolare sul quale Mattarella evidentemente ha sbagliato di molto i conti. Come dimostreranno le prossime inevitabili elezioni nazionali.
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