Sei ore, quattro opzioni e sei tracce. Per oltre 500mila studenti la maturità 2016 è iniziata oggi, riflettendo su argomenti di forte attualità ma anche ricordando uno degli appuntamenti più significativi della storia italiana: la conquista del voto da parte delle donne, il 2 giugno del 1946. Il tema storico ha preso spunto da due brani, uno della poetessa e partigiana Alba de Cespedes e l’altro di Anna Banti, l’autrice del romanzo Artemisia.
Se la traccia del tema storico era piuttosto prevedibile (il settantesimo anniversario del voto alle donne cade proprio quest’anno), tre maturandi su quattro si aspettavano Umberto Eco per l’analisi del testo. Il Miur ha proposto “Sulla Letteratura”, una raccolta di alcuni (esattamente 12) degli innumevoli saggi dell’autore recentemente scomparso, edito nel 2002, che spazia da Wilde a Borges, da Camporesi al “mito americano”.
Di forte interesse sociale, il tema di ordine generale, legato all’immigrazione, questione che continua ad imporsi sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, puntando i riflettori sui migliaia di morti che continuano a riversarsi nel Mediterraneo e scatenando dibattiti sia nell’arena politica che fuori. Come spunto da cui partire, lo studente aveva una citazione del libro di Piero Zanini “Significati del confine. I limiti naturali, storici, mentali”, uscito nel 2000 per Mondadori.
Tra le varie tipologie di saggio breve vi erano poi il rapporto padre e figlio (ambito lettarario ed artistico), sviluppato come di consueto in un percorso interdisciplinare, che partiva dal quadro di Giorgio De Chirico, Il figliol prodigo, ai testi di Franz Kafka (Lettera al padre) fino alla bellissima e toccante poesia di Umberto Saba (Mio padre è stato per me l’assassino). Vi erano poi il tema dal titolo “Crescita, sviluppo e progresso sociale. È il Pil misura di tutto?” (ambito economico), che riportava il discorso che l’allora presidente Robert Kennedy fece agli studenti dell’Università del Kansas alla fine degli anni ’60.
Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jpnes, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.
Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jpnes, nè i successi del paese sulla base del Prodotto Interno Lordo.
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani. [Robert Kennedy, 18 marzo 1968].
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani. [Robert Kennedy, 18 marzo 1968].
L’ultimo titolo della prova scritta, il saggio tecnico-scientifico, dal titolo “l’uomo e l’avventura dello spazio” citava gli astronauti Umberto Guidoni e Samantha Cristoforetti, tornata dalla Stazione spaziale internazionale l’11 giugno di un anno fa. La Cristoforetti è la donna europea che è stata nello spazio per più giorni, restando in orbita per 199 giorni consecutivi.
Oltre che dal presidente della Camera Laura Boldrini che ha richiamato l’attenzione sul tema del voto alle donne come “spartiacque” perchè “per la prima volta vennero riconosciute come soggetto politico attivo”, sono arrivati anche gli auguri del ministro dell’Istruzione Giannini.
“Aspettiamo il parere degli interessati, ma le tracce della #maturita2016 prima prova mi sembrano belle, ricche di spunti #inboccaallupo” ha twettato il premier Matteo Renzi.
Anche la neo sindaco Virginia Raggi ha voluto fare il suo augurio ai maturandi su Twitter: “In bocca lupo ai 35mila studenti romani. Anche Roma è alla sua #prima prova, di legalità. Ce la faremo!”.
P.M.
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