Percepivano l’assegno sociale ogni mese ma non erano neanche residenti in Italia. L’operazione ‘Italians out’, condotta dalla Guardia di Finanza su 19 regioni e 81 province, ha portato alla denuncia di 517 persone che hanno truffato l’Inps per 16,5 milioni di euro.
Il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Gdf ha portato alla luce 511 casi irregolari di cittadini italiani che, una volta ottenuto l’assegno sociale, prestazione assistenziale per le persone anziane a basso reddito, si erano trasferiti all’estero, tornando nel Paese solo per percepire gli assegni mensili. L’accusa è quindi di truffa continuata ai danni dello Stato e della collettività perchè essere residenti in Italia è uno dei requisiti per ricevere l’importo in questione.
Che cos’è l’assegno sociale e chi ne dovrebbe usufruire. L’assegno mensile, calcolato ogni anno sul reddito presunto, è andato a sostituire la vecchia pensione sociale, rimasta attiva fino al 1995. Malgrado abbia un nome diverso, le finalità della prestazione è rimasta la stessa, cioè rappresentare un sostegno economico per coloro che ne hanno bisogno, qualora ovviamente fossero in possesso dei requisiti richiesti. E’ evidente che i “truffatori” scoperti dalla Guardia di Finanza non ne avevano uno: non erano stati residenti in Italia per almeno 10 anni continuativi. Ma per percepire l’assegno sociale che per l’anno 2016 consiste in 448,07 euro erogato in tredici mensilità (circa 6mila euro), bisogna aver compiuto 65 anni e tre mesi, essere in uno stato di bisogno e avere la cittadinanza italiana.
Per quanto riguarda i cittadini stranieri comunitari, è necessaria iscrizione all’anagrafe del comune di residenza, mentre i cittadini extracomunitari devono avere la titolarità del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno). Questo diversamente dall’assegno mensile, che invece viene erogato agli invalidi civili tra i 18 e i 65 anni.L’assegno sociale non è inoltre soggetto ad Irpef e al momento della morte del titolare non si trasmette agli eredi o ai parenti.
A fine marzo era stata scoperta un’altra frode, questa volta denunciata dai finanzieri del comando provinciale di Cosenza. La truffa riguardava la richiesta di false indennità di disoccupazione e di malattia, sussidi di maternità ed assegni familiari per 700mila euro, attraverso falsi contratti di fitto/comodotato di terreni che si trovavano sotto sequestro per inquinamento ambientale o addirittura inesistenti. Alla fine, l’Inps si era ritrovato con 150mila euro di contributi versati in meno.
P.M.
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