Il braccio di ferro tra governo italiano e Ue non fa bene ai mercati. Lo spread oggi è volato sopra i 300 punti base nello stesso giorno in cui è scontro tra Italia e ‘Unione Europea, tra Salvini e Di Maio ed il presidente della commissione Juncker. Poi lo spread ha frenato restando comunque a 295. Il brusco calo di Piazza Affari, ha contagiato anche gli altri listini europei, che in avvio avevano provato a contenere il calo: Londra cede mezzo punto, Parigi e Francoforte lo 0,9%, Madrid più dell’1%. In Piazza Affari, con lo spread nei confronti della Germania che rimane attorno a quota 300, si è placata la raffica di sospensioni sui titoli bancari ma il clima resta molto teso: Mps perde il 5% rischiando di perdere quota due euro, Banco Bpm il 3,6%, Carige, Ubi e Unicredit più di tre punti percentuali, con Intesa in calo del 2,5%. Prova a tenere Eni, mentre Astaldi continua a non fare prezzo in calo teorico del 24%.
Le tensioni sui mercati fanno fibrillare anche il governo. Il capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari, uscendo da Palazzo Chigi, se la prende con il reddito di cittadinanza, provvedimento bandiera dei pentastellati. “Tutto il caos dei mercati nasce dal reddito di cittadinanza – dice – che ancora non si sa cosa sia. Le varie ipotesi di flat tax e quota cento sono state studiate con diverse declinazioni invece l’elemento che manca di capire è in cosa consiste il reddito di cittadinanza: la platea, quale sarà il meccanismo”.
Il rendimento del Btp decennale è del 3,39% dopo una fiammata al 3,43%, massimo dalla primavera 2014. L’euro resta debole a 1,1538 dollari. Aveva aperto sui mercati europei a 1,1579. A pesare, secondo l’agenzia Bloomberg, le parole del presidente della Commissione bilancio della Camera, Claudio Borghi. “Sono straconvinto – ha detto il presidente della commissione Bilancio della Camera a Radio Anch’io – che l’Italia con una propria moneta risolverebbe gran parte dei propri problemi. Il fatto di avere il controllo sui propri mezzi di politica monetaria è condizione necessaria – ma non sufficiente – per realizzare l’ambizioso ed enorme programma di risanamento. Ma per fare questo passo ci vuole accordo e consapevolezza da parte dei cittadini. Avessimo voluto andare oggettivamente allo scontro con l’Unione europea per arrivare a questo risultato, avremmo dichiarato il 3,1 come deficit, non il 2,4. In realtà noi semplicemente vogliamo fare le politiche che in questo momento sono il minimo indispensabile per permettere alla nostra economia di stare un po’ meglio”.
“Se qualcuno sta sperando di far tornare indietro il Governo sui numeri della manovra attraverso lo spread sappia che “noi non torneremo indietro di un millimetro”, ha detto il vice premier Luigi Di Maio alla radio Rtl aggiungendo che “se necessario spiegheremo questa manovra nelle piazze” per far conoscere le misure adottate per la crescita dell’economia. Il governo su questo “è compatto” ha poi aggiunto Di Maio. “Le parole e le minacce di Juncker e di altri burocrati europei continuano a far salire lo spread, con l’obiettivo di attaccare il governo e l’economia italiane? Siamo pronti a chiedere i danni a chi vuole il male dell’Italia”, dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
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