La follia di Florenzi con il Barça
Il risultato che non t’aspetti con il protagonista che non t’aspetti. Pensi a Roma-Barcellona e credi che, vabbè, i tre punti da cedere ai blaugrana siano quasi una sorta di tassa d’iscrizione alla Champions e, in fondo, poco male perchè la dovranno pagare anche tutte le altre malcapitate nel girone, Bayer Leverkusen (la vera rivale della Roma nella lotta all’altro posto in palio per gli ottavi) compreso.E poi come avrebbe reagito la Roma al primo vero confronto con una big internazionale dopo il raggelante 1-7 con il Bayern? Invece, la Roma ha strappato un lusinghiero 1-1 che avrà pure fatto storcere il naso ai puristi ma che potrebbe pesare tonnellate in proiezione ottavi.
Ma fin qui si tratta di una storia, quella del big match dell’Olimpico, intrigante ma che non sfugge al grande classico della squadra nettamente sfavorita che riesce ad imbrigliare le temute bocche da fuoco di uno squadrone tanto forte quanto anche un pò supponente. Ne è costellata la storia del calcio e dello sport tutto. Basti rammentare lo sgambetto di Robertina Vinci al titano Serena di venerdì scorso per trovare vicende ben più sorprendenti.
Il motivo per cui questo Roma-Barcellona rimarrà impresso nella memoria dei più è però un altro: il gol del pareggio giallorosso a firma di quel fuoriclasse di versatilità che risponde al nome di Alessandro Florenzi, 24 anni da Roma, e tutti e 24 dedicati anima e corpo alla causa della “magica” (salvo una piccola parentesi a Crotone a farsi le ossa). Una storia calcistica ancora tutta da scrivere ma con un capitolo già confezionato dal titolo a caratteri cubitali: “Quella sera in cui segnai da oltre 50 metri ai campioni d’Europa”.
Il “mestolo” di Florenzi è appena scoccato…
Sì, perchè la parabola disegnata dall’esterno (nell’occasione, basso, ma potrebbe essere anche di centrocampo come d’attacco, come intermedio e, probabilmente, anche portiere…) romanista al 31′ del primo tempo di Roma-Barcellona, match d’esordio dei capitolini nella Champions League 2015/16 ha percorso la distanza, folle, di ben 55 metri! E 49 centimetri, per gradire. Certamente folle è stata anche posizione di ter Stegen, impegnato a pascolare senza motivo ben oltre la riga di porta. Ma ci vuole follia, incoscienza, coraggio e anche tecnica solo per immaginare una soluzione del genere, sfidando gli inevitabili sorrisi sarcastici dei quasi 60.000 tifosi accorsi all’Olimpico per vedere la propria squadra, a tratti, non solo in soggezione ma anche schiacciata nella propria area dalla ragnatela senza fine degli ospiti.
…per atterrare alle spalle di un incredulo ter Stegen
Ma Alessandro Florenzi da Roma ha carattere, polmoni, coraggio, tecnica (più di quanta generalmente gli venga riconosciuta) e quel sano pizzico di follia. Perchè se di fronte hai un tipo che, tra le tantissime altre cose, ha già messo in bacheca quattro palloni d’oro, non puoi sperare di cavartela con soluzioni convenzionali. Ecco, quindi, che laddove non può servire il “cucchiaio” (anche perchè Totti era in panchina), abbiamo visto materializzarsi il “mestolo”. Una parabola infinita che, come un colpo da biliardo, va a baciare il palo interno per poi rotolare in fondo al sacco. Incredulità e mani nei capelli. Questa la reazione prevalente nei tifosi romanisti inquadrati dalle telecamere dopo la rete del loro folletto. Il classico ruggito dell’Olimpico che parte con considerevole ritardo, proprio perchè, in fondo, anche dopo che la palla era entrata in rete, non ci credeva ancora nessuno. Ma, come dichiarato da papà Florenzi ai microfoni di Rai Sport: “Er mio somaro sta a diventà un purosangue”. Il cucchiaio? Questo sconosciuto.
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