Miccoli chiede scusa: “non sono mafioso, solo un calciatore”

Fabrizio Miccoli, bomber del Palermo finito sotto inchiesta per estorsione, scoppia in lacrime durante la conferenza stampa in cui incontra i giornalisti dopo la frase intercettata dalla Procura mentre parlando con Antonino Lauricella, figlio di un mafioso, definiva il magistrato Giovanni Falcone, simbolo italiano della lotta alla mafia,”un fango”.

“Sono uscite cose che non penso. Io non sono mai stato mafioso ma solo un calciatore” . Si giustifica così l’attaccante rosanero che ha ribadito le su scuse per le frasi che sono trapelate a seguito dell’intercettazione. “Mi auguro solo che i tifosi capiscano che persona sono e che si ricordino ciò’ che ho fatto per questa maglia. Non chiedo che mi perdonino subito ma piu’ avanti con i fatti che dimostrerò”.

Il giocatore, finito sotto inchiesta per aver commissionato ad Antonio Lauricella, figlio di un bos mafioso,  il recupero, per suo conto, di alcune somme di denaro prestate ai soci di una discoteca di Isola delle Femmine: estorsione e accesso abusivo a un sistema informatico, questi i reati contestati al calciatore pugliese, contenuti nell’avviso di garanzia consegnatoli dagli investigatori.

Anche la Figc aprirà un’inchiesta sul calciatore, per far luce sulla vicenda giudiziaria.

Se dovesse essere giudicato colpevole, il giocatore potrebbe essere radiato.

Visibilmente scosso, Fabrizio Miccoli, ha dichiarato ai giornalisti presenti di voler diventare un testimonial positivo:   “Se ho sbagliato in questi sei anni, e solo ora mi rendo conto di aver sbagliato, e perché ho cercato non di essere Miccoli il capitano del Palermo ma il Fabrizio per tutti, sperando sempre di trovare dall’altra parte delle persone pulite.  In questi anni -ha aggiunto Miccoli- ho trascurato la mia famiglia per essere uno di Palermo. Quello che conta e’ la propria coscienza”.

Alessandra Angeletti