Nel giorno dello sgombero dei migranti accampati da giorni alla frontiera con la Francia a Ventimiglia, la questione dell’accoglienza ai migranti in transito ha tenuto banco al Consiglio affari interni UE, il vertice dei ministri dell’Interno degli Stati comunitari.
Secondo il ministro Angelino Alfano, che prima del vertice ha incontrato il commissario europeo Dimitris Avramopoulos e i suoi omologhi, il francese Bernard Cazeneuve e il tedesco Thomas de Maizière, i negoziati si sono svolti in un “buon clima” e hanno portato “significative aperture”.
In particolare, Alfano ha giudicato “importante” la “rottura del muro di Dublino”: il riferimento è al Regolamento di Dublino II, siglato nel 2003 nella capitale irlandese, che obbliga gli Stati dove sbarcano i migranti a farsi carico della loro accoglienza.
Già sotto attacco da parte di associazioni a tutela dei diritti umani, il Regolamento ha mostrato tutti i suoi limiti nelle ultime settimane, quando la chiusura delle frontiere austriache e svizzere a causa del G7 di Garmisch ha bloccato nelle stazioni ferroviarie e al confine con la Francia centinaia di stranieri di passaggio.
Fino a ieri, tra Roma e Parigi tirava aria di crisi diplomatica, con Cazeneuve arroccato sulla linea della responsabilità tutta italiana, mentre il premier Matteo Renzi ha accusando la Francia di “atteggiamento muscolare”, di egoismo e di violare la convenzione di Schengen, che vieta controlli sistematici sulla circolazione delle persone attraverso le frontiere.
È vero che stamattina si è parlato del controverso Regolamento, e per la prima volta si è ventilata l’ipotesi che possa cambiare; ma in tema non è stata presa alcuna decisione.
Alfano ha apprezzato anche le proposte presentate oggi sul meccanismo di ridistribuzione dei richiedenti asilo fra gli Stati UE e sui rimpatri.
A questo proposito, de Maizière ha presentato una proposta franco-tedesca di compromesso. Più che a riformare la posizione europea in materia, e come d’altra parte ha ammesso lo stesso ministro tedesco, la mossa è servita ad aprire un canale di trattativa a livello comunitario e non lasciare la materia ai negoziati bilaterali fra gli stati.
Per prendere vere e proprie decisioni, ammesso che anche allora ci si riesca, si dovrà aspettare almeno fino alla prossima riunione del Consiglio europeo, il vertice dei capi di Stato e di governo, che si terrà il 25 e il 26 giugno.
Lo sgombero di Ventimiglia è iniziato pochi minuti prima delle otto di stamattina per mano di Polizia e Carabinieri in tenuta antisommossa, con l’assistenza della Croce Rossa. Le forze dell’ordine si sono concentrate sui giardinetti nei pressi del valico di confine di ponte San Ludovico.
Gli stranieri hanno protestato, mostrando cartelli di fortuna inneggianti ai diritti umani, ma la loro resistenza è stata per lo più pacifica. Qualcuno che si era buttato a terra è stato trascinato a forza sui pullman diretti alla stazione, e due persone sono state sottoposte a fermo.
Asserragliate sugli scogli dei Balzi Rossi sono rimaste poco più di cento persone: alcuni di quelli che hanno passato lì la terza notte consecutiva, più altri che si sono rifugiati sulle rocce per sfuggire allo sgombero, minacciando di gettarsi in mare.
Alla fine la situazione si è tranquillizzata e la Croce Rossa, più che ai pochi contusi, ha dovuto provvedere a chi si è sentito male per il caldo e la tensione. Volontari italiani e francesi, oltre a distribuire cibo e acqua, stanno tenendo i contatti con le istituzioni per spiegare a chi è rimasto sugli scogli dove sono stati spostati i loro compagni di viaggio.
Secondo il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento per l’immigrazione del ministero dell’Interno, è stato il trattato di Dublino a provocare la crisi di Ventimiglia.
“Bisogna convincere con fatica e pazienza i migranti che non possono andare in Francia perché un accordo maledetto come quello di Dublino non lo permette”, ha dichiarato.
Per il prefetto la tensione al confine con la Francia è “frutto di un clima che ha risentito di un’enfatizzazione delle paure. Dobbiamo riportare un po’ di serenità rispetto ad una migrazione straordinaria”.
Se oggi a Lussemburgo si fosse conseguito “un buon risultato”, come si augurava Morcone, sarebbe stato “un passo ulteriore verso la casa comune”, aveva dichiarato.
Già ieri, però, appariva improbabile che i ministri si allontanassero molto dalla proposta iniziale della Commissione UE, quel piano di ridistribuzione obbligatoria di 24mila migranti dall’Italia che il premier Renzi, appena due giorni fa, aveva definito “quasi una provocazione”.
F.M.R.
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