Siamo “consapevolmente complici delle torture e degli abusi su decine di migliaia di migranti detenuti dalla autorità libiche per l’immigrazione in orribili condizioni in Libia”. Lo scrive Amnesty International in un rapporto, individuando tra i vari Paesi Ue colpevoli, in particolare l’Italia che “sostenendo le autorità libiche nel fermare le traversate e tenere la gente in Libia” è fatta corresponsabile di questi crimini.
I dirigenti di Amnesty International nel primo pomeriggio di oggi terranno una conferenza stampa a Bruxelles. In una nota la Ong afferma, tra l’altro, che “gli ufficiali della Guardia Costiera libica sono conosciuti per operare in collusione con le reti di trafficanti e per esercitato minacce e violenze sui rifugiati e sui migranti a bordo delle barche in difficoltà”. L’organizzazione denuncia che “video, fotografie e documenti controllati da Amnesty International indicano che il battello ‘Ras Jadir’, “donato dall’Italia nell’aprile 2017” con “due cerimonie alla presenza del ministro dell’interno Marco Minniti”, “è stato usato dalla Guardia Costiera libica nell’orribile incidente in cui il 6 novembre 2017 affogarono 50 persone”. Amnesty osserva che “mentre erano già state documentate in precedenza le azioni temerarie e pericolose della Guardia Costiera libica, questa è la prima volta che viene provato che un battello fornito da un governo europeo è stato utilizzato in un incidente del genere”. Amnesty ricorda che quel giorno la ‘Ras Jadir’ allontanò i soccorsi che arrivavano dalla nave ‘Sea-Watch 3′ della Ong. “I governi europei – ha dichiarato Dalhuisen – devono ripensare la loro cooperazione con la Libia sulle migrazioni e devono permettere alla gente di arrivare in Europa attraverso percorsi legali, che comprendano la ricollocazione di decine di migliaia di rifugiati. Dedvono insistere affinché le autorità libiche mettano fine alle politiche ed alle pratiche di arresti arbitrari e di detenzione di rifugiati e migranti, rilascino immediatamente tutti gli stranieri tenuti nei centri di detenzione e permettano all’ Unhcr di operare senza ostacoli”.
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