soccorsi ai migranti
Ieri, nel tratto di mare che separa la Libia da Lampedusa, si è consumata l’ennesima tragedia legata al fenomeno della migrazione: 200 persone disperate, assiepate in quattro angusti barconi, sono state tratte in salvo grazie all’intervento delle unità navali di <<Mare Nostrum>>, la fregata Grecale e il pattugliatore Sirio, che stamattina hanno condotto i sopravvissuti in Sicilia. Ma per molte altre non c’è stato nulla da fare. La Marina militare stima le vittime attorno alle 400 unità. Anche se non esiste certezza su questi impietosi numeri. Tra i morti molti erano donne e bambini.
Indipendentemente da quello che risulterà essere il triste conteggio delle vittime, è difficile non riandare con la mente all’inferno del 3 ottobre scorso quando, in un altro viaggio delle speranza, trovarono la morte 366 persone. Ormai si tratta di una ecatombe cui non si riesce a mettere fine e contro la quale in queste ore si è speso anche il presidente del consiglio Matteo Renzi che ha attaccato con violenza le istituzioni europee accusate di “difendere le banche e lasciar morire in mare donne e bambini“.
I dati ufficiali, al momento, dicono che in questi primi cinque mesi del 2014 i migranti arrivati via mare nel nostro Paese sono stati circa 36.000.Il picco, secondo Ministero dell’interno, Aeronautica militare e Marina militare, si era registrato nel 2011 con ben 63.000 sbarchi. Un dato che, in proiezione e a questo ritmo, rischia di venir abbondantemente superato.
La reazione del nostro Governo come dicevamo non si è fatta attendere. Il titolare del Viminale, Angelino Alfano, ha dichiarato che: <<L’Europa non ci sta aiutando a soccorrere queste persone. Si faccia carico di accogliere i sopravvissuti. Quelli cui l’Italia riconoscerà il il diritto d’asilo saranno mandati in Europa, se ci vogliono andare. L’Italia non può diventare la prigione dei rifugiati politici>>. Ancor più duri i toni adottati dal premier, Matteo Renzi, per il quale: <<L’Europa ci lascia soli, ma non può salvare gli Stati, le banche e poi lasciare morire le madri con i bambini>>.
Anche il presidente della Croce Rossa italiana, Francesco Rocca, ha voluto esprimere tutta la sua riprovazione per una situazione divenuta insostenibile: <<Basta lacrime, basta annunci, basta perdere tempo. Ora ci vogliono i fatti. Occorre aprire al più presto un corridoio umanitario>>.
Piuttosto sconfortato, il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che precisa: << Il diritto d’asilo vada chiesto a terra e non rischiando la vita>>.
Ma sono , soprattutto, le parole del maresciallo elicotterista,Vincenzo Romano, in prima linea nei soccorsi, a far riflettere: <<Qui è un inferno di proporzioni enormi, bisogna esserci per capire. Basta incrociare gli occhi di questa povera gente per capire cos’hanno visto>>.
Le reazioni dei rappresentanti dell’Ue si limitano, per ora, al costernato commento del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, che si è detto <<scioccato dalla tragedia: l’Europa deve urgentemente prendersi le sue responsabilità>>.
Costernazione, buoni propositi e annunci, come appunto rimarcato dalla Croce Rossa Italiana. Ma fatti concreti pochi. Tutto piuttosto simile a quanto accadde a seguito della tragedia del 3 ottobre 2013 con il commissario Cecilia Malmstrom pronto a impegnarsi a varare immediatamente il programma Frontex, a stanziare i fondi necessari a regolare il flusso di migranti e ad aprire negli stessi Stati africani appositi uffici deputati ad assistere i richiedenti l’asilo. Ovviamente, non se ne fece nulla. Parole cadute nel vuoto.
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