Migranti, il ministro dell’Interno punta sui corridoi umanitari?

Visti gli esiti della vicenda ‘Aquarius’, ci chiediamo quale potrà essere la ​prossima ​mossa di Matteo Salvini ​per la gestione delle politiche migratorie? In tutte le dichiarazioni che in questi giorni hanno visto il neo ministro dell’Interno parlare del fenomeno immigrazione, ce n’è una che fa riflettere: l’apertura, profonda, alla Chiesa.

“Ho iniziato a coltivare utili e numerosi rapporti con diversi esponenti del mondo cattolico: lavoreremo assieme, vi stupiremo, troveremo decisamente convergenze. Con loro ci sono molte più vicinanze che distanze perché l’accoglienza, nei limiti e nelle regole e nelle possibilità, penso sia interesse di tutti”, ha detto il capo del Viminale.

Ma cosa vuol dire tutto questo? Di sicuro c’è un elemento che Salvini ha detto più volte: sua intenzione è quella di cambiare l’attuale sistema di gestione dei flussi migratori. Così com’è, non gli piace.

Cerchiamo dunque ​di predire una futura gestione del fenomeno migranti sotto il Viminale guidato dal leader della Lega.

Salvini non ci sta a vedere i barconi nel Mediterraneo che passano da una sponda all’altra. Potrebbe rafforzare la cooperazione internazionale con le nazioni di transito, ma non elimina la necessità di chi ha necessità di chiedere asilo.

Quale soluzione, dunque?

Una, si prospetta davanti agli occhi di tutti ed è quella dei Corridoi umanitari. Si tratta di una iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, della​ Tavola Valdese, i​nsieme a l​Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e a ​quello dell’Interno. E’ una via legale per i migranti richiedenti asilo di entrare in un Paese senza che si passi attraverso le mani dei trafficanti di esseri umani. Questo ha già evitato diverse morti ma ha permesso un più veloce percorso di integrazione.