L’Italia è ‘arrabbiata’ perché oggetto di un monitoraggio continuo sotto la lente di ingrandimento della Ue, ma altri Paesi non rispettano il piano Juncker sull’accoglienza dei migranti. E’ il prefetto Mario Morcone, Capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, a dirlo in un’audizione al Comitato parlamentare Schengen.
“Siamo arrabbiati perché siamo oggetto di un monitoraggio costante e ossessivo”: siamo sotto “la lente di ingrandimento” ma “noi la nostra parte la stiamo facendo, gli altri Paesi non stanno facendo la loro”, afferma Morcone e aggiunge: “Persiste un forte pregiudizio” da parte dei Paesi del Nord e Centro Europa, “un’ossessione nei confronti dell’Italia. Sono disposti a dare risorse in cambio di centri chiusi. Ma lo dico chiaramente: noi non faremo i campi chiusi, non faremo i campi di concentramento nel nostro Paese!”.
“Già da metà 2015 abbiamo fatto scrupolosamente il nostro lavoro, facendo le identificazioni, gli hotspot e usando le procedure che loro hanno indicato”, ha aggiunto il rappresentante del ministero dell’Interno, “noi da metà del 2015 siamo irreprensibili, sotto il profilo dello sbarco e dell’accoglienza. Lo stesso non vale per i Paesi che non hanno rispettato il piano Juncker: non siamo stati in gradod i ricollocare 1.318 persone, e non certo per colpa nostra”.
Il prefetto ha poi sottolineato che sono 2.600 su 8.000 i Comuni italiani che accolgono i migranti: “Questo ha creato grandi disomogeneità, con aggregazioni imponenti e l’esclusione di un numero importante di Comuni”, per questo motivo “ci si è posti il problema di costruire degli incentivi e un sostegno ai sindaci” e il Consiglio dei ministri ha trovato la soluzione del “fondo di riconoscenza di 100 milioni, che sarebbe destinato ai comuni che accolgono”.
Fornendo chiarimenti sul fondo premiale per i Comuni, di 500 euro una tantum a migrante, Morcone ha precisato però che la misura deve ancora essere messa a punto e tradotta in un testa normativo: “Credo che il fondo di riconoscenza non abbia un vincolo di destinazione”: le risorse andranno al Comune, che sarà “libero di interpretarle in base alle esigenze”. Il fondo “riguarda il 2016, non la manovra in legge di Stabilità 2017”.
In merito alla questione del debito del Viminale, emersa nelle scorse settimane, infine, Morcone ha spiegato che “l’accoglienza” dei migranti “ci costa circa cento milioni al mese: complessivamente 1,2 miliardi all’anno, di cui una parte l’abbiamo pagata. Ad oggi servono 650 milioni. Da quello che mi risulta, le risorse erano state già individuate e sono state rese disponibili con la manovra varata dal governo. Certo, c’è sofferenza da parte di piccole organizzazioni, legata anche alla policy che stiamo portando avanti dell’accoglienza diffusa. Le spese sono un miliardo e due, non di più, ampiamente meno di quello che i migranti che lavorano ci restituiscono. Lo dicono l’Istat e Confindustria”.
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