Ieri sera un uomo ha accoltellato due militari e un agente di polizia nella stazione Centrale di Milano. È stato arrestato poco dopo. Gli agenti feriti non sono in condizioni gravi.
L’aggressore si chiama Ismail Tommaso ben Youssef Hosni: è un ventenne di Milano, figlio di madre italiana e padre tunisino, con piccoli precedenti per reati legati alla droga. Non un migrante, quindi, come si era creduto nelle prime ore.
Non è escluso che Hosni sia un simpatizzante dell’ISIS. Sul suo conto sta indagando un pool dell’Antiterrorismo di Milano: lo scorso 24 settembre, un profilo Facebook che ha il suo stesso nome ha pubblicato il video di un inno del Califfato, con un commento che tradotto dall’arabo suona “il più bell’inno dell’ISIS che abbia mai sentito in vita mia”. Gli inquirenti stanno cercando di capire se si tratti dello stesso Ismail Hosni arrestato ieri a Milano, e se il giovane avesse contatti con jihadisti.
I fatti si sono svolti poco dopo le otto di ieri sera. I tre agenti accoltellati – un agente della Polfer e due militari del 132° reparto Artiglieria terrestre Ariete, un caporal maggiore e un soldato semplice – erano di pattuglia insieme nei corridoi della stazione. Hanno dichiarato di essersi insospettiti perché avevano visto il ragazzo passare più volte con le mani in tasca, come se nascondesse qualcosa. Ma quando gli hanno chiesto i documenti lui ha reagito estraendo uno dei due coltelli da cucina che aveva e colpendoli.
Con l’aiuto di un’altra pattuglia, i tre agenti sono riusciti a disarmarlo e a immobilizzarlo. È stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio.
Il caporal maggiore è stato visitato all’ospedale Sacco e subito dimesso con una prognosi di sette giorni. Il suo commilitone, invece, è stato ricoverato. Ha una ferita al collo, ma il coltello non ha toccato grandi vasi sanguigni. Anche l’agente di polizia è ricoverato, ma al Fatebenefratelli, con una ferita all’altezza della clavicola.
Mentre attaccava, Hosni non ha pronunciato frasi “degne di nota”. Alla stazione era un volto noto: proprio lì, lo scorso dicembre, era stato arrestato per spaccio. Il poliziotto ferito ha detto di conoscerlo di vista, e ha notato che da qualche giorno aveva smesso di radersi. Naturalmente, una barba non deve per forza essere un sintomo di radicalizzazione.
Sull’identità dell’aggressore si è consumato anche uno scontro politico fra il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Convinto che si trattasse di uno straniero, Maroni aveva invitato il sindaco ad annullare la marcia “Insieme senza muri”, a favore dell’integrazione dei migranti. Sala ha replicato con un post su Facebook, senza citarlo direttamente. Ha confermato che il “criminale che ha accoltellato gli uomini delle forze dell’ordine” è “italiano a tutti gli effetti”, ha confermato che la marcia ci sarà e che sarà lui a guidarla.
Sala ha visitato gli agenti ricoverati in ospedale. Assieme a lui il prefetto Luciana Lamorgese e il questore Marcello Cardona.
La decisione di indire la marcia di domani era stata presa proprio in polemica con un’iniziativa del questore. Poche settimane fa, Cardona aveva ordinato una grande operazione di polizia per controllare i documenti delle numerose persone che vivono – più o meno temporaneamente – alla stazione. Il blitz si era risolto in un nulla di fatto: 52 migranti avevano passato la notte in guardina, ma il giorno dopo sono stati tutti rilasciati senza che fosse sporta alcuna denuncia contro di loro.
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