Thomas Bach, il presidente del Comitato Olimpico internazionale, non aveva ancora finito di pronunciare la parola Milano che nei saloni del Swiss Tech Convention Center di Losanna si scatena il putiferio. Un boato fatto di urla belluine, strette di mano, abbracci virulenti, sventolio di bandiere tricolori e soprattutto una grande pax politica che poco dopo le 18.00 saluta l’assegnazione dei giochi olimpici invernali del 2026 a Milano e Cortina.
Il sindaco di Milano Beppe Sala vorrebbe piangere dalla gioia e scarica la tensione sollevando in aria una delle atlete italiane presenti al sorteggio. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, l’uomo che non ride quasi mai, si fa sorprendere con un sorriso a trentadue denti e con il tricolore in mano. Non è da meno il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana cui fa da sponda il governatore del Veneto Luca Zaia. Con l’aria da trionfatore il presidente del Coni Giovanni Malagò che abbraccia Arianna Fontana campionessa Olimpica.
In un clima di euforia generale e con il plauso convinto da Roma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella la festa è completa, molto sentita, partecipata. Mancano solo le note dell’Inno di Mameli. Un’aria da fine della guerra e tanta gioia di esserci e poter dire “io c’ero”.
Stavolta l’Italia delle divisioni, dei dispetti, delle ambiguità e dei dispiaceri è riuscita, in nome dello sport, a far violenza a sè stessa e alle proprie paure. Il gioco di squadra ha fatto centro. L’occasione e l’obiettivo di portare a casa un appuntamento importante come le Olimpiadi invernali stavolta è stato centrato. Con quei 47 voti contro i 34 andati alla Svezia, l’Italia e Milano in particolare oltre ad un proscenio mondiale importante, guadagnano anche miliardi investimenti, turismo di qualità, lavoro per anni e la possibilità di creare non meno di 23.000 posti in cinque sei anni, tra Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige.
Quel voto sostenuto egregiamente da una squadra, politico istituzionale compatta che non ha voluto saggiamente dividersi, ha fatto il miracolo.
E’ anche il caso di dire che stavolta l’unità di intenti, forte e motivata, ha evitato fortunatamente un tris di amarissime sconfitte, dopo la delusione di Torino e quella ancor più pesante della rinuncia di Roma a correre per le Olimpiadi del 2020.
Ma ora vengono alla mente le dolenti note delle due velocità che purtroppo caratterizzano i corsi del nostro Paese. Sull’opzione Milano Cortina è scattata una solidarietà trasversale, che non ha guardato in faccia nessuno. L’esperienza, nel 2015 dell’Expo nella città meneghina ha convinto tutti delle immense opportunità che simili appuntamenti planetari comportano per una città che ha voglia crescere e affacciarsi sulla scena mondiale. Milano da anni lavora in questa direzione ed i risultati si vedono.
Lo stesso non può dirsi per le sorti della Capitale, in mano ad un sindaco tanto modesto come la Raggi, personaggio non all’altezza della situazione che annaspa insieme ad una città, cuore della Nazione, che non merita il caos, la disorganizzazione e le difficoltà che la affliggono senza soluzione di continuità ormai da tre anni.
Ma quando anche per Roma si presentò l’opportunità di partecipare ad un meeting prestigioso come l’organizzazione dei giochi olimpici quella mobilitazione corale vista per Milano Cortina, non c’è stata. Anzi in molti, a cominciare dai tanti politici della Lega che hanno sostenuto con forza la scelta nordista di queste ore, per Roma preferirono la strada dell’indifferenza, se non proprio quella del boicottaggio, lasciando al presidente del Coni Malagò l’ingrato compito di sostenere e difendere, da solo, una scelta rimasta sempre molto tiepida e senza padrinati politico istituzionali.
Atteggiamenti che dimostrano ancora una volta, come l’Italia ricca e forte del Nord parte e decolla quando vuole fregandosene dell’altra Italia, quella più debole e zoppicante che una discutibile riforma delle autonomie vorrebbe rendere ancora più precaria e non certo in nome dello sport ma dell’egoismo, che ieri a Losanna ha visto una rinnovata e impietosa riconsacrazione sulla quale faremmo bene a fare più di una riflessione.
Enzo Cirillo
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy