“Ora la Legge Severino non esiste più, fate prima a riaprire le patrie galere”, questo le parole del vice presidente della Camera Luigi Di Maio dopo la decisione del Senato di confermare l’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini nel suo ruolo di parlamentare, pur essendo stato condannato in via definitiva a 2 anni e due mesi per abuso della carta di credito Rai per una somma di circa 65mila euro.
Di Maio: “Non vi lamentate se i cittadini vengono a manifestare in maniera violenta”. Il deputato del M5S ha fatto letteralmente in pezzi una fotocopia del testo per la prevenzione e la repressione della corruzione nella pubblica amministrazione (Legge Severino, 2012) e si è lasciato andare a commenti infuocati davanti alle telecamere, in perfetta linea con la posizione assunta dal M5S e dal blog di Grillo che oggi ha pubblicato tutti i nomi dei sostenitori di Minzolini.
I grillini hanno attaccato Pd e Forza Italia, quest’ultima promotrice dell’ordine del giorno per il salvataggio di Minzolini. Di fatto, secondo il M5S, i 19 senatori Pd che insieme ai 23 di Ap hanno respinto la decisione della Giunta per le Immunità che nel luglio scorso aveva dichiarato decaduto il mandato dell’ex giornalista, “hanno costituito un precedente pericolosissimo”.
“Renzi ha perso definitivamente la faccia, non potrà più parlare di legalità e giustizia” ha continuato Di Maio che in questo caso si riferisce anche ad un altro “salvataggio” operato dal Senato appena un giorno prima, quello del ministro dello sport Luca Lotti, indagato per rilevazione di segreto d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta Consip. Nell’indagine intorno alla commessa milionaria ottenuta dal re degli appalti pubblici Alfredo Romeo anche il padre dell’ex premier, Tiziano Renzi.
“E’ un caso che l’altro ieri hanno salvato il renziano Lotti e ieri il berlusconiano Minzolini? Bisognerebbe andare alle urne e non votarli mai più, ieri si è fondato il partito degli amici degli amici”, ha concluso Di Maio, intervenuto nel programma di RaiTre “Agorà”.
A favore di Minzolini si sono espressi anche personaggi di spessore come Rosaria Capacchione, cronista giudiziaria costretta a vivere sotto scorta per le minacce della camorra. Nell’intervista rilasciata all’Huffington Post, la senatrice, che in passato si era espressa a favore della decadenza di Silvio Berlusconi ha affermato di aver votato “secondo coscienza” senza che ci fosse “alcunché di concordato”. La Capacchione ha motivato la sua decisione facendo riferimento ad alcune modifiche al codice giudiziario messe in atto dalla riforma del processo penale, approvata il 15 marzo, riguardanti le modalità del dibattimento in Corte d’appello.
Evitare il riferimento al precedente di Berlusconi è però difficile e Roberto Speranza si chiede “cosa sia cambiato dal 2013 ad oggi”.
Allora si votò a favore della decadenza di Silvio Berlusconi in applicazione della legge Severino. Ieri invece in Senato è stata data libertà di voto e si è sostanzialmente evitata la decadenza del senatore Augusto Minzolini con l’apporto di 19 senatori Pd e molti altri assenti” ha concluso questa mattina il leader di Articolo 1 – Movimento democratico e progressista alla trasmissione Omnibus, su La7.
Prima dell’esito del voto palese, finito con 137 no alla decadenza contro 114 sì, Minzolini aveva promesso che avrebbe lasciato il suo incarico da senatore qualunque fosse stato l’esito.
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