Se l’obiettivo dichiarato alla vigilia della spedizione azzurra erano almeno sette medaglie, si può dire che dopo la prima giornata si è più che a metà dell’opera. Già quattro le medaglie che i nostri atleti si sono assicurati: due ori, un argento e un bronzo.
Nel fioretto individuale femminile, l’eterna Valentina Vezzali ( 37 anni) ha conquistato il suo 6° oro mondiale che rappresenta un primato assoluto nella storia della scherma internazionale, ma anche il 28° oro della carriera della jesina tra Mondiali, Europei e Olimpiadi, in gare individuali o a squadre. La Vezzali ha travolto per 14-7 in una finale tra concittadine la sua ultima e più temuta rivale, Elisa Di Francisca, che l’aveva stoppata ai Mondiali di Parigi 2010, ma anche ai recenti Europei di Sheffield e ai campionati nazionali. Partita subito avanti per 6-0, la sua finale non ha avuto storia. Ma la giornata da sogno della scherma azzurra non finiva lì. Poco dopo, infatti, era Aldo Montano a riportare sul pennone più alto il tricolore anche nella sciabola individuale maschile. 15-13 la finale vinta sul temibile tedesco Limbach, giustiziere di un grande Luigi Tarantino in semifinale. E diciamo subito che Tarantino, che aveva annunciato il ritiro al termine delle Olimpiadi di Londra, un ultimo Mondiale così non se lo sarebbe mai immaginato, anche se un pizzico di rammarico per l’andamento della semifinale resta. Ma a 39 anni ( li compirà il mese prossimo) e al suo 14° Mondiale, è bello rivedere sul podio l’ultimo ( ora penultimo) vincitore di un oro azzurro nella specialità ( aveva vinto i Mondiali del 1998). Se la Vezzali il suo capolavoro l’aveva compiuto nei Quarti, Montano la sua impresa la mette a segno anch’egli a due turni dall’epilogo, spazzando via con un perentorio 15-8 il sudcoreano Won, numero uno del mondo e campione olimpico in carica. La finale, poi, è stata una cavalcata trionfale sino al 14-9. Lì qualcosa s’inceppa: vuoi l’emozione, vuoi la tenuta atletica precaria, vuoi l’indubbio valore di Limbach, in furente rimonta. Fatto sta che Aldo si ritrova in un attimo sul 14-13 e certi fantasmi ricominciano a far capolino. Ma Montano riesce a far appello a tutte le energie residue e a piazzare la stoccata del definitivo 15-13. Piange, Montano, sul podio, con accanto l’amico-collega-rivale di tanti duelli, Tarantino, che gli cinge la spalla. “ Sono contentissimo. Rispetto alla vittoria olimpica di Atene 2004 che fu inaspettata, questa l’avevo sempre desiderata. Non tiravo da tre mesi e, invece, è venuta fuori una gara della madonna. La dedico a tutti quelli che mi sono stati vicino quando, senza poter tirare, ero diventato un vero rompicoglioni”, le parole di Montano che ora ha raggiunto il nonno Aldo e il papà Mario nel club dei Montano campioni del mondo. Piange sì, Aldo Montano. Di gioia.
Daniele Puppo
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