“Non sono una persona che concede una seconda chance. È quello o niente. Se non è il modo in cui lo vedo io, preferisco non vederlo”. Lo stilista tedesco Karl Otto Lagerfeld, malato da tempo, è scomparso oggi a Parigi all’età di 85 anni.
Nato ad Amburgo, secondo le fonti più accreditate, il 10 settembre 1933, Lagerfeld, per decenni ha diretto due prestigiose maison, Chanel e Fendi, a cui ha dato un’impronta inconfondibile. Inamovibile, insostituibile, totalizzante per le griffe che ha disegnato e della cui immagine si è occupato in toto anche curando le campagne pubblicitarie come fotografo e regista.
E’ riuscito, nella sua lunga carriera, a fare del suo nome una griffe indipendente che ha collaborato con varie maison della moda, non solo quindi Fendi e Chanel, ma anche Chloé. Nonostante il successo nell’Haute Couture non ha disdegnato le collaborazioni con i colossi del low cost: per H&M ha firmato nel 2001 una collezione a edizione limitata andata a ruba in due giorni. Dal 2010 ha firmato per quattro stagioni le collezioni di Hogan, per cui ha ripensato i modelli classici del brand, sneakers e ballerine. Nel 2006 ha lanciato una collezione casual uomo-donna, che includeva T-shirt e blue jeans.
Lagerfeld emigrò a Parigi con sua madre il 1953 ed è sempre grazie a lei che ha incontrato la moda, nel 1949, assistendo alla sua prima sfilata, di Dior, a Parigi. Nel ’54 da Pierre Balmain ha il suo primo lavoro, avendo vinto un concorso per disegnare un cappotto sponsorizzato dal Segretariato Internazionale della Lana – Woolmark. Nel 1962 diventa il primo freelancer dell’industria della moda lavorando tra Francia, Italia, GB e Germania e lancia un’etichetta sua. Nel ’65 comincia la collaborazione con Fendi. Nel ’64 è la volta di Chloe. Dopo una breve collaborazione con Yves Saint Lauren, con cui litigò definitivamente nel 1975, si trasferì da Jean Patou. “Mi annoiavo anche qui perciò mi licenziai e provai a tornare a scuola, ma non studiavo quindi ho passato più di due anni sulle spiagge, suppongo di aver studiato la vita in quel modo”. Con i soldi della sua ricca famiglia ad un certo punto però fonda un piccolo negozio a Parigi.
In questo periodo, come altri colleghi, consulta spesso Madame Zereakian, la veggente armena di Christian Dior. “Fu lei a dirmi che avrei avuto successo con la moda e i profumi” rivelò in seguito. Nel 1980 Lagerfeld fonda così la sua etichetta e con il suo nome si specializza appunto in profumi e abiti. Designer carismatico, eccentrico con un’immagine pubblica inconfondibile – occhiali scuri anche di notte, capelli bianchi raccolti a coda e guanti da aviatore di pelle nera – è un personaggio misterioso che in molti hanno cercato di raccontare.
Karl ha vestito pop star come Kylie Minogue e Madonna; Claudia Schiffer è stata la sua modella preferita degli anni ’80-’90; Kaia Gerber l’ultima musa. Lagerfeld possedeva una collezione di 50mila libri ed aveva aperto anche una propria libreria nel ’99 a Parigi, e aveva un modo di relazionarsi agli altri da imperatore, come suggerisce il soprannome con cui era noto: “il Kaiser“.
A lui si deve il rilancio di Chanel, di cui è diventato direttore artistico nel 1983. Dal 1987 ne firma tutte le campagne fotografiche, scoprendo così di avere un talento anche con le immagini.
Un altro episodio celebre della sua vita risale al 2000 quando decide di perdere 42 kg in 13 mesi seguendo una dieta. La dieta venne pensata apposta per Lagerfeld dal dottore Jean-Claude Houdret, che scrisse il libro The Karl Lagerfeld Diet. “Ho deciso di vestirmi diversamente – rivelò lo stilista in seguito – per indossare abiti disegnati da Hedi Slimane (designer francese direttore artistico di YSL , di Dior Homme e ora di Celine, ndr.). Ma queste mode sono concepite per ragazzi molto magri e non per uomini della mia età. Dovevo perdere 40 chili. Ci ho messo esattamente tredici mesi”.
Lagerfeld era commendatore dell’Ordine della Legion d’Onore dal 2010. Appassionato di architettura è stato grande amico di Zaha Hadid a cui ha commissionato il Mobile Art Pavilion per Chanel. A Tadao Ando ha affidato invece la realizzazione della sua casa-studio a Biarritz, in Francia.
Tra gli addetti ai lavori aveva colpito la sua assenza all’ultima sfilata di Chanel, lo scorso 22 gennaio: non era mai accaduto prima.
E.R.
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