L'ex pilota di F1 Andrea De Cesaris
Nello stesso giorno in cui, a causa di un incidente sulla pista di Suzuka, si trova a dover lottare per la propria vita il giovane pilota francese Jules Bianchi, a migliaia di chilometri di distanza, un’altra tragedia ha scosso il mondo dei motori: è morto verso le 14 sul grande raccordo anulare di Roma, all’altezza dell’uscita Bufalotta, dopo aver perso il controllo della moto sulla quale viaggiava, Andrea De Cesaris, ex pilota di F1 negli anni ’80. De Cesaris, che viaggiava sulla carreggiata esterna, è morto subito dopo l’impatto contro una barriera di cemento.
L’ex pilota di F1 Andrea De Cesaris
Diverse le ipotesi della polizia stradale accorsa sul luogo: da una semplice distrazione ad un malore sino ad un guasto meccanico. Gli accertamenti sono ancora in corso di svolgimento. Dalle prime indagini, comunque, non sembra vi siano responsabilità’ di terzi nè risulterebbero coinvolti altri mezzi.
De Cesaris alla guida di un’Alfa Romeo
Nato a Roma nel 1959, De Cesaris aveva debuttato in Formula 1 nel 1980. Aveva corso nel circus fino al 1994 per numerose scuderie: l’Alfa Romeo (la monoposto degli esordi con cui conquistò un secondo posto nei GP di Germania e del Sudafrica nel 1983, suo i migliori piazzamenti in carriera che gli valsero anche l’ottava posizione nella classifica finale del campionato del mondo piloti), la McLaren, la Ligier, la Minardi, la Brabham, la Dallara, la Rial, la Jordan, la Tyrrell e la Sauber. In carriera non ha mai vinto un Gran Premio ma ha il record di maggior numero di gare disputate senza ottenere un primo posto. Suo è anche il primato in tema di ritiri (148 in totale) e di ritiri consecutivi (22). Famoso, anche, per il numero di incidenti: il suo soprannome era Andrea ‘de Crasheris’. Del resto, era noto per essere un pilota particolarmente veloce e piuttosto propenso al rischio, guidando spesso al limite.
Sul podio (3°) del GP del Canada 1989 con la Dallara
Di carattere allegro e sempre disponibile con tifosi e colleghi (anche se si ricordano proverbiali liti con il collega francese Renè Arnoux), era un guascone fuori dalle piste tanto quanto esuberante in gara: di lui si ricorderà sempre un arrivo rocambolesco al Gp del Messico nel 1991 quando, alla guida di una Jordan rimasta senza un filo di benzina a pochi metri dalla bandiera a scacchi, ottenne un miracoloso quarto posto spingendo la sua monoposto a piedi!
Dopo il ritiro dalle competizioni si era dedicato alla finanza.
E’ stato anche grazie a personaggi come il pilota romano che la F1 di quei tempi poteva dirsi ancora con un ‘volto umano’.
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