Lo scandalo dei finanziamenti statali al Monte dei Paschi, che ha portato alle dimissioni del presidente dell’ABI , già Presidente di Rocca Salimbeni , Giuseppe Mussari, rischia di travolgere anche il Presidente del Consiglio, Mario Monti, alle prese con una campagna elettorale sempre più aspra e incandescente.
I fatti. Per aiutare MPS, che tra il 2007 e il 2009, dopo l’acquisizione di Antonveneta comprata dal Santander per 10,6 miliardi di euro (un affare per gli spagnoli che in soli 6 mesi guadagnarono 4 miliardi di plusvalenze) il governo Monti, nelle scorse settimane, aveva deciso di aiutare la banca, da sempre espressione del territorio e da sempre politicamente vicino al PCI e agli altri partiti che ne avrebbero raccolto l’eredità, PD compreso, mettendo a disposizione 3,9 miliardi di Monti Bond.
La generosa elargizione (in pratica l’equivalente di quanto in un anno gli italiani versano per pagare la contestatissima IMU) più che mettere a posto i conti della banca oggi guidata da Profumo, serviva, a giudizio di magistrati e politici di quasi tutti gli schieramenti ad evitare un vero e proprio tracollo dell’istituto finanziario più antico d’Italia. Mussari, dopo che il board di Mps impegnata con Profumo a fare pulizia, aveva scoperto ben tre operazioni di ricopertura assicurativa (soprattutto con i giapponesi della Nomura) su derivati che avevano procurato perdite per centinaia di milioni di euro, era stato costretto a dimettersi. Ma adesso che la magistratura potrebbe fare un pericolosissimo affondo, la questione del finanziamento ottenuto da Monti è finito per diventare il caso politico per eccellenza alla vigilia di una consultazione elettorale che vede comunque Monti già in grosse difficoltà. Preoccupati i sindacati per le eventuali ricadute occupazionali della banca, ma preoccupate anche le associazioni dei consumatori che temono le conseguenze di un eventuale crac per i risparmiatori. Avvelenati per il regalo di Monti ad una banca nel mirino dei giudici, molti ambienti politici. Impietoso l’ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti che si stupisce per i mancati controlli della vigilanza della Banca d’Italia guidata da Draghi. ” La vicenda del Monte Paschi Siena e’ la conferma che le banche in odore di sinistra possono concedersi in Italia tutte le distrazioni’ possibili, naturalmente a spese dei risparmiatori”. “Le disinvolte acquisizioni di MPS, ovvero, far passare operazioni finanziarie con utili per coprire debiti di importo doppio o triplo, sono la dimostrazione di un management incapace, oltre che della latitanza degli organismi di controllo, evidentemente indotti a non vedere per ragioni di compiacenza politica”, dice Antonio Leone, vicepresidente della Camera del Pdl. ” In tutta la vicenda Mps – aggiunge Fabrizio Cicchitto- è indispensabile fare pienamente luce anche perche’ il Governo si e’ svenato con una cifra vicina a quella che viene ricavata dall’ Imu”. Bersani chiamato in causa cerca di glissare e replica ”Nessuna responsabilita’ del Pd, per l’ amor di Dio… il Pd fa il Pd e le banche fanno le banche”. Non dello stesso parere, però, Beppe Grillo per il quale “il Pd non e’ piu’ un partito politico. E’ una banca, ed e’ dentro anche le multiutility. Se vai a vedere chi gestisce acqua e gas ci sono dentro quelli del Pd”.
Decisamente un po’ poco vista la storia e le vicende della Banca ai cui vertici sono sempre seduti uomini e manager di gradimento del Pd locale e nazionale. “Nonostante il professore alla guida del Governo, nonostante i sacrifici richiesti agli italiani e i tagli lineari che hanno messo in ginocchio i servizi pubblici, solo la Grecia e’ riuscita a fare peggio dell’ Italia in termini di livello del debito pubblico”. Duro il commento del leader di Italia dei valori Antonio Di Pietro. “Erano bugie quelle che ci hanno raccontato – attacca l’esponente di Rivoluzione civile- mentre il debito della Grecia diminuiva e quello europeo rimaneva stabile, quello italiano e’ aumentato di ben 7,4 punti in un anno di governo Monti. A questo si aggiunga il vero scandalo, il regalo di 3,9 miliardi di euro che il governo Monti ha fatto al Monte dei paschi di Siena prelevandoli direttamente dalle tasche degli italiani. Una cifra che quasi corrisponde ai ricavi recuperati con l’ Imu, tassa ingiusta che ha letteralmente svenato le fasce piu’ deboli”. Ingroia leader di Rivoluzione civile rincara la dose “Ricordo al professore –dice Ingroia- che, a causa dell’ iniquo rigore imposto dal suo Governo, sono molti i giovani costretti a vendere o svendere gli immobili lasciati dai genitori dopo una vita di sacrifici. Chi glielo spiega a quei giovani che quei soldi si sono trovati per finanziare una banca?”.
“La questione del Monte dei Paschi – spiega da parte sua Oscar Giannino, leader di ‘Fare per fermare il declino’- ha poco a che fare con la finanza speculativa, mentre ha molto a che fare con la politica”. “La banca – aggiunge l’economista che dopodomani sarà sull’assemblea della banca a Siena insieme a Beppe Grillo- soprattutto attraverso la Fondazione ha sempre avuto rapporti stretti con il comune di Siena che negli ultimi 50 anni orientato sempre dalla stessa parte. Oltre tutto Mps, acquistando una ‘ montagna’ di titoli di stato italiani (pari ad oltre 2,5 volte il valore del capitale), si è assicurata anche un occhio di riguardo da parte di coloro che erano delegati al controllo”.
Mps in serata a ”beneficio della massima chiarezza sullo stato attuale delle relative analisi e valutazioni” sulle operazioni” rende noto di essere in condizioni di ” assorbire, dal punto di vista patrimoniale, le conseguenze delle scelte finanziarie, contabili e gestionali relative alle operazioni” denominate Alexandria, Santorini e Nota Italia. Inoltre Mps precisa che ” non risulta che alcuna delle operazioni in oggetto sia stata sottoposta all’approvazione del consiglio di amministrazione della banca, in quanto ciascuna rientrava nei poteri delle strutture preposte alla gestione operativa”.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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