Continua la discesa libera dei tassi d’interesse sui prestiti concessi dalle banche ai risparmiatori italiani. Secondo un rapporto pubblicato dall’ABI, a maggio i nuovi mutui sottoscritti per finanziare l’acquisto di abitazioni si sono attestati sulla media del 2,24%. È il nuovo minimo storico: batte il precedente primato del 2,29% fatto segnare ad aprile.
“Sul totale delle nuove erogazioni di mutui”, si legge nel documento, “circa i due terzi sono mutui a tasso fisso”.
Cresce anche il valore complessivo dei nuovi mutui: ad aprile 2016 è aumentato dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2015.
Secondo l’ABI, sono segnali di “ripresa del mercato dei mutui”. Ma altri dati citati nello stesso rapporto non tirano nella stessa direzione. Ad esempio non cresce il volume totale dei “finanziamenti in essere a famiglie e imprese”, pressoché invariati a maggio rispetto ad aprile. Anzi, il totale scende dello 0,04%: molto meno del -0,5% registrato fra marzo e aprile, il che significa che la contrazione sta rallentando, ma pure che nel settore dei mutui la crescita non è ancora iniziata. Il tutto nonostante la politica della BCE, che a marzo scorso ha azzerato il tasso di riferimento proprio per facilitare la concessione di mutui e prestiti dalle banche a imprese e famiglie.
Intanto, da Francoforte arrivano notizie poco lusinghiere per i risparmiatori italiani. Il nostro Paese è il più colpito d’Europa dalla perdita degli interessi sui conti correnti, il principale effetto collaterale del taglio dei tassi deciso dall’Eurotower. Lo sostiene uno studio sul periodo 2008-2015, pubblicato oggi dalla Banca centrale europea nel Bollettino economico mensile.
Secondo gli economisti di Francoforte, il reddito netto da interessi delle famiglie sarebbe “rimasto praticamente stabile in Germania e Francia”, ma “non invece in Spagna e in Italia”. Le famiglie italiane, in particolare, sarebbero “meno indebitate” rispetto a quelle degli altri Paesi e avrebbero in portafoglio “un volume relativamente alto di asset a interesse”, il che le ha rese più vulnerabili al taglio degli interessi. A salvare gli spagnoli, paradossalmente, sarebbe stato il loro maggiore indebitamento, oltre alla maggiore diffusione di mutui indicizzati ai tassi correnti del mercato monetario.
Il calo delle entrate da interesse è più che doppio rispetto al calo dei pagamenti in interessi, con un impatto negativo sul bilancio complessivo.
Lo studio era stato commissionato dalla BCE per rispondere alle polemiche di diversi esponenti politici, soprattutto tedeschi, che nei mesi scorsi hanno accusato più volte l’istituzione bancaria comunitaria di aver impoverito i piccoli risparmiatori con le sue politiche monetarie. Polemiche lievitate – loro sì – dopo che lo scorso marzo, come detto in precedenza, il presidente Mario Draghi ha azzerato il tasso di riferimento e fissato a -0,40% il tasso sui depositi delle banche presso la BCE.
F.M.R.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy