Novanta minuti. È durata quanto una partita di calcio la protesta della città di Napoli contro il leader della Lega Matteo Salvini ma, a quanto pare, è bastata per mettere sulla graticola il sindaco del capoluogo campano Luigi De Magistris che nei giorni scorsi si era schierato a favore dei centri sociali, a cui è vicino da sempre, e contro “i razzisti come Salvini”.
Trenta feriti (28 tra polizia e carabinieri e 4 manifestanti), 2 persone arrestate e già scarcerate (in attesa del processo il 17 maggio p.v.) con l’obbligo di presentazione alla Polizia tre giorni alla settimana, e un intero quartiere, Fuorigrotta, praticamente sotto assedio tra fumogeni, sassi e molotov. Questa l’entità dei disordini che si sono verificati nella giornata di sabato per le strade di Napoli. Tensioni annunciate, iniziate con due bombe carta lanciate vicino al commissariato di polizia di Fuorigrotta e che secondo molti De Magistris con le sue dichiarazioni a sostegno dei centri sociali non ha certo contribuito a dissinescare.
In realtà, la protesta dello scorso sabato sembra essere sfuggita di mano agli stessi organizzatori: nel corteo contro la presenza di Matteo Salvini alla Mostra d’Oltramare si sono infatti inflitrati anche gli ultrà della curva di San Paolo, insieme ai Black bloc, e quella che doveva essere una protesta animata ma tutto sommato contenuta si è trasformata in un lancio di molotov e bombe carta, degenerando velocemente in un caos che ha travolto la città.
Matteo Renzi: non si sfascia Napoli per un principio ideologico. “Ci sono argomenti su cui non possiamo girarci intorno: no alle alleanze con chi non accetta il principio di legalità che non è un valore di parte ma di tutti. Quando un Sindaco si schiera con chi sfascia la città per non far parlare qualcuno quella non è una cosa da Pd. E quando un parlamentare chiede di parlare lo deve fare, noi siamo dalla parte di quel parlamentare anche se si chiama Salvini. Proprio perché si chiama così, lo vogliamo sconfiggere alle elezioni ma deve parlare come devono parlare tutti”. Così Matteo Renzi alla convention democratica di Torino, al Lingotto, facendo riferimento ai fatti di sabato a Napoli.
Severo anche il ministro dell’Interno Marco Minniti, anche lui presente al Lingotto: “La vicenda di ieri rappresenta un punto cruciale per la mia idea e la nostra concezione della democrazia. E’ importante che i diritti costituzionali siano garantiti per tutti ed è altrettanto che sia chiaro che in democrazia c’è un confine non valicabile: la violenza. Chi pratica la violenza è contro le nostre libertà e non può pensare di zittire l’altro”.
La vicenda è stata commentata anche da Antonio Bassolino su Facebook. “I centri sociali hanno fatto i centri sociali, i black bloc si sono infiltrati e hanno fatto i black bloc, lo Stato ha fatto lo Stato, de Magistris non ha fatto il sindaco”. Questo invece il post dell’ex sindaco di Napoli ed ex governatore della Campania.
Ma De Magistris non ci sta e sui disordini afferma: forse qualcuno li voleva. “Renzi e Salvini dicono che sto con i violenti. Falso. Non sto con i violenti. Mai. Le mie mani sono pulite e non colluse – scrive in un lungo post pubblicato dal sindaco di Napoli sulla sua pagina Facebook – Sto con la mia città, che amo e difenderò sempre, e con i napoletani, popolo difficile ma ricco di pace e amore, sto con il popolo tradito dai poteri con le mani sporche di sangue. Sto con le vittime degli atti di violenza. Non me la faccio con chi è accusato di corruzioni come fa Renzi, travolto dalla questione morale, nè sto con razzisti come Salvini”. “Ieri si è tenuto un bellissimo corteo pacifico. Alla fine del corteo è accaduto – per responsabilità di pochi – quello che si temeva e si prevedeva. E forse qualcuno voleva. Ed è per questo che avevamo avvisato che provocazioni e tensioni sociali avrebbero dovuto indurre il Ministero dell’Interno ad altre decisioni” ha aggiunto De Magistris.
Mentre attendeva queste decisioni che però il Ministero dell’Interno non ha preso, l’ex magistrato De Magistris fino all’ultimo momento ha caldeggiato l’idea di partecipare a quel corteo da cui poi si sono staccati i facinorosi che hanno assaltato alle spalle le forze di polizia. Alla fine vi ha rinunciato, ma l’amministrazione cittadina è stata comunque ben rappresentata da una parte della giunta che ha sfilato insieme ai centri sociali. E, in prima fila, c’era anche Mariateresa Dolce, consorte del primo cittadino.
Emiliano a Salvini: chi semina vento raccoglie tempesta. A sostegno del sindaco di Napoli si schiera Michele Emiliano, governatore della Puglia e sfidante di Renzi nelle primarie per la segreteria del Pd. “Mi dispiace per quello che è accaduto ma era assolutamente prevedibile”, ha detto Emiliano, presente anch’egli al Lingotto. Salvini conosce il meccanismo, lo innesca, lo fa detonare e poi finge di essere la vittima. Questa tecnica è vergognosa. Napoli è una bellissima città che non va nè irrisa nè provocata. E’ evidente che chi semina vento raccoglie tempesta”.
P.M.
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