L’ipotesi peggiore, che la piccola Fortuna Loffredo caduta il 24 giugno scorso a Caivano dal balcone di un’abitazione, fosse non accidentale, può verosimilmente trovare conferma nell’autopsia che parla di abusi sessuali subiti dalla bambina che aveva solo 6 anni. Si indaga quindi per omicidio volontario e violenza sessuale ed il sospetto è che nel rione di edilizia popolare risieda un ‘orco‘.
L’autopsia ha dunque confermato che la piccola era vittima di abusi sessuali e la sua drammatica morte ha inquietanti coincidenze con quella di un altro bambino, volato giù dal balcone di casa mentre giocava, accaduto nella stessa palazzina. All’ipotesi di un bruto o un pedofilo hanno lavorato i pm della procura di Napoli Nord, che avevano aperto un fascicolo per omicidio volontario e che avevano indirizzato i periti al riscontro di eventuali segni di violenze sessuali. E proprio il lavoro dei medici legali, depositato da poco, ha confermato che la piccola Fortuna aveva subito abusi. Sembra che la perizia non solo espliciterebbe le violenze, ma le circoscriverebbe in un periodo di tempo che parte da due mesi prima della morte.
Su questa terribile vicenda sono spuntati tre video. A reperirli sono stati gli avvocati della famiglia della bimba e la Procura li ha acquisiti. Nei video si vedono tre persone che parlano tra loro dell‘altro bambino morto nell’aprile 2013 in circostanze poco chiare: Antonio, fratello di una compagna di Fortuna. I testimoni affermano nel video che quel bimbo non cadde per cause accidentali, ma fu lanciato e la stessa fine sarebbe toccata a Fortuna per mano dello stesso assassino. Allora si pensò che il piccolo di tre anni fosse precipitato dal balcone, dopo aver eluso la sorveglianza della madre ed essere passato al di sotto di una tapparella semi-abbassata. Il giorno della morte di Fortuna, alcuni testimoni riferirono che la piccola era andata a giocare a casa della sorellina del bimbo morto. In entrambi i casi, comunque, nessuno ha assistito al volo di questi angeli precipitati tutti e due dalla stessa abitazione al settimo piano. Strana coincidenza, se si considera che Fortuna, detta Kikka, che abitava al piano inferiore era salita per giocare con la sua amichetta Dora. Ma la mamma della bimba non l’aveva fatta entrare perché stava lavando i pavimenti. Lì si perdono le tracce di Kicca che viene poi rinvenuta sul selciato davanti il caseggiato. Nessuna macchia di sangue per terra ed una delle due scarpette rosse, indossate dalla piccola, mancante all’appello, che non s’è mai più trovata. Proprio come nel caso del fratellino di Dora volato in cielo un anno prima.
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