E alla fine, Governo fu. Nasce, guidato dal professor Giuseppe Conte il governo Lega Movimento Cinquestelle. Alle 19,00 una dichiarazione congiunta di Di Maio e Salvini aveva annunciato: “Ci sono le condizioni per un governo politico”. Poi il leader del Carroccio aveva lasciato Montecitorio dicendo “Vado a Sondrio” senza commentare la notizia del via libera al Governo. Nello stesso momento il presidente del consiglio incaricato Carlo Cottarelli si recava al Quirinale per confermare direttamente al Capo dello Stato la propria rinuncia al mandato ricevuto solo quarantotto ore prima.
“Nasce un esecutivo politico, soluzione decisamente migliore –ha spiegato l’ex responsabile della spending rewiew congedandosi dai giornalisti al Quirinale- che eviterà ulteriori problemi al Paese”. A lui l’onore delle armi reso direttamente con un dichiarazione ufficiale del presidente Mattarella che lo ha ringraziato “per l’impegno profuso da un uomo con un alto senso dello Stato”, impegno, diciamo noi, profuso senza riserve, in uno dei momenti più bui della storia della Repubblica. Alla fine dunque Salvini e Di Maio sono riusciti a trovare la quadra su tutto: sulla formula, non allargata ad altre componenti del centro destra come Fratelli d’Italia che alla fine della serata attraverso il segretario Giorgia Meloni ha fatto sapere comunque “che non c’era stata trattativa alcuna e tantomeno c’era stata una richiesta formale di poltrone o di entrare nella squadra di governo”. Sui ministri dove è stato raggiunto un giusto equilibri tra le due forze politiche. E soprattutto sul fronte dei rapporti istituzionali, Quirinale in testa. Messi a tacere i malumori della base grillina, Di Maio già in mattinata poteva proporre un vertice a tre con Salvini e Conte aprendo di fatto la strada all’accordo di governo. Le novità più importanti riguardano proprio la squadra dei ministri ed il nodo del dicastero dell’economia quello sul quale dopo il no di Mattarella al professor Paolo Savona, si era rischiata la rottura ed un nuovo ricorso alle urne. La proposta da parte di Salvini e Di Maio del professor Giovanni Tria in qualità di successore di Padoan a via XX Settembre e la poltrona di responsabile per i rapporti con la Ue allo stesso Savona, alla fine, ha messo tutti d’accordo. Ma la novità più importante è proprio la presenza dei due leader nella compagine di governo con la carica di sottosegretari alla Presidenza del consiglio ma anche con il controllo diretto di due dicasteri chiave, il Viminale ovvero gli Interni a Salvini ed il Lavoro a Di Maio mentre alla Farnesina andrà il prof. Enzo Moavero Milanesi già ministro con Monti e Letta. Finiscono così tre mesi di incertezze indecisioni ma anche contrasti feroci e veti incrociati su formule e uomini, scontri culminati tre giorni fa con la richiesta da parte dei Cinquestelle di impeatchment dello stesso Mattarella quando questi aveva deciso di depennare il nome di Savona rispetto alla casella del Tesoro. A complicare le cose ci erano messi anche i mercati e gli atteggiamenti decisamente provocatori di esponenti tedeschi all’interno della Ue nel corso di una tre giorni di delirio antitaliano, culminati con attacchi sconsiderati, sostenuti, tra l’altro dai maggiori e più diffusi quotidiani di Berlino.
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