Creativi si nasce, o ci si diventa per necessità. In tempo di crisi c’è chi si reinventa il lavoro per guadagnare e vivere con dignità.
Succede a Milano. Giovanni Cafaro, 42enne disoccupato con una Laurea in Scienze della comunicazione, dopo le interminabili file costretto a fare tra poste, colloqui, A.s.l. e banche, messo alle strette dalla disoccupazione, ha ben pensato di far diventare quel “tempo perso”, il suo lavoro. Denaro contante. Di necessità ha fatto virtù davvero.
In Italia si sa c’è da aspettare, sempre. Nel traffico, al supermercato, in banca, alle poste, negli studi medici ed in un altro qualsiasi posto pubblico. Giovanni Cafaro, stufo dell’eterna attesa per colloqui e posti fissi che non arrivano mai, dopo l’invio di circa 500 curricula, diventa quindi un pò il “tuttofare” dei tempi moderni, reinterpretando la parte di Totò nel 1967. Si fa pagare 10 euro l’ora ed emette pure ricevuta fiscale.
A luglio dell’anno scorso l’azienda di abbigliamento per cui lavorava come direttore marketing chiude e va all’Est.
Avevo un affitto da pagare e niente stipendio. Per fortuna non ho famiglia”.
Zero speranze e mille promesse fittizie, che non sono mai arrivate alla concretezza.
Allora il lavoro me lo sono inventato. So l’inglese e ho una laurea ma non ci penso proprio ad andare all’estero. Sarebbe una sconfitta. Sarebbe come gettare la spugna. Il futuro è qui. Il mio futuro è qui”.
Così l’ex consulente lo scrive sui volantini, 5mila tra gialli e blu in tutta Milano. Si propone come una sorta di assistente tutto fare per chiunque abbia bisogno di supporto nello sbrigare le pratiche burocratiche. A contattarlo, per ora, sono per lo più pensionati e lavoratori che masticano poco l’informatica. In media un paio di clienti al giorno, almeno due ore di lavoro. La creatività premia sempre e per lui i complimenti sono assicurati.
La necessità di guadagnare nella crisi più nera, é un fattore comune, ed é così che arriva dalla Corea del sud l’ultimo originalissimo e, a dir poco bizzarro, modo per guadagnare soldi facendo banalità. Se in Italia é la fila alle poste, in Corea é mangiare davanti alla webcam, per il piacere dei “guardoni”, fissati col food-porn. La Diva, così il nome d’arte della ragazza di circa 30 anni che, dopo un lavoro banale e non gratificante, per rientrare con le spese quotidiane, si posiziona sul tavolo della cucina ed inizia a mangiare in maniera spropositata davanti ad un pubblico virtuale che si collega ogni sera e paga per osservare via streaming la minuta creatrice dell’originale “mestiere fai-da-te”: il Mok-bang.
State già pensando a cosa inventarvi?… Bhè un’idea io me la farei, visti i tempi!
Nata e cresciuta a Roma, si laurea presso l'Accademia di Costume e Moda di Roma, trattando la propria tesi sulla "Nascita e l'evoluzione del giornalismo di moda". Curiosità, determinazione e voglia di crescere professionalmente caratterizzano il mio profilo.
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