Vincenzo Nibali, 29enne siciliano dell’Astana, ha posto il suo secondo sigillo sulla Tirreno-Adriatico, centrando una doppietta di successi consecutivi che lo colloca di diritto nella storia della corsa italiana: prima di lui l’impresa era riuscita solo a dei “mostri sacri” quali Roger De Vlaeminck ( addirittura sei le vittorie di fila del belga), Francesco Moser e Tony Rominger. Ma, forse, il dato più saliente è il modo in cui l’italiano ha vinto e la qualità degli avversari che ha saputo mettersi alle spalle: l’inglese Froome, staccato di 23 secondi, e lo spagnolo Contador, ai piedi del podio per un solo secondo di vantaggio sul polacco Kwiatkowski. Ieri è andata in onda l’ultima puntata della corsa di sette tappe, la cronometro di San Benedetto di 9,2 Km. L’ha vinta, come da pronostico, il tedesco Tony Martin, due volte iridato nelle prove contro il tempo, che ha coperto la distanza alla ragguardevole media di 53 orari, precedendo di soli sei secondi il nostro Adriano Malori, già segnalatosi come unico azzurro in grado di indossare la maglia rosa nell’ultimo Giro d’Italia, nella tappa di Porto Sant’Elpidio. Più staccato, con il quarto tempo, un altro grande protagonista delle gare a cronometro, lo svizzero Fabian Cancellara. Una sette giorni davvero entusiasmante che, paradossalmente, ci consegna un podio che potrebbe avere un peso specifico da far invidia anche alle tre grandi corse a tappe, visto che, quest’anno, né il Giro né il Tour vedranno ai nastri di partenza Nibali, Froome e Contador. La vittoria finale di Vincenzo, poi, è corroborata dal valore aggiunto dato dalle condizioni meteo decisamente avverse: vento, pioggia e freddo sono state una costante di questa sette giorni sui pedali. Nibali ha anche dimostrato che, se in forma, può difendersi bene anche in prove contro il tempo, non certo la sua specialità, e i soli 11” ceduti al temibile Froome devono convincere il siciliano che pure il Tour de France può essere alla sua portata. Il suo capolavoro assoluto resta, comunque, legato alla splendida azione d’attacco che lo ha visto indossare la maglia di leader a Porto Sant’Elpidio al termine di una frazione resa durissima, oltre che dal maltempo, anche da un’altimetria insolita per queste competizioni: ben 18 gli strappi affrontati, roba da Giro delle Fiandre! È lì che lo “squalo dello Stretto” ha ipotecato il successo finale, guadagnando terreno prezioso su Froome e Contador. Piace, poi, sottolineare il ritorno alla ribalta in corse a tappe di Damiano Cunego che ha conquistato la maglia verde, simbolo del primato nella speciale classifica riservata ai migliori scalatori. Era dal Tour del 2006, concluso con la maglia bianca (premio per il miglior giovane), che “il piccolo principe” non si toglieva una soddisfazione simile. Ora, per l’imminente Milano-Sanremo che inaugurerà, come di consueto, il ciclo delle grandi classiche potremo vantare due frecce al nostro arco particolarmente appuntite. Intanto, salutiamo anche l’inedito successo di un australiano, il 28 di Tasmania Richie Porte, alla Parigi-Nizza, primo successo di rilievo nella carriera del corridore, ma, soprattutto, apprendiamo con grande sollievo che il 44enne Laurent Jalabert, uno dei monumenti del ciclismo francese e attuale c.t. della nazionale transalpina, investito da un’auto vicino la sua residenza di Montauban, sud ovest della Francia, non è in pericolo di vita. Fratture di tibia e perone della gamba destra e una forte contusione alla spalla. Questa la diagnosi dei medici della clinica cittadina in cui Ja-Ja è ricoverato. In bocca al lupo!
D.P.
Napoletano, 44 anni, giornalista professionista con 17 anni di esperienza sia come giornalista che come consulente in comunicazione. Ha scritto di politica ed economia, sia nazionale che locale per diversi giornali napoletani. Da ultimo da direttore responsabile, ha fatto nascere una nuova televcisione locale in Calabria. Come esperto, ha seguito la comunicazione di aziende, consorzi, enti no profit e politici. Da sempre accanito utilizzatore di computer, da anni si interessa di internet e da tempo ne ha intuito le immense potenzialità proprio per l'editoria e l'informazione.
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