Per gli incidenti in Val di Susa “sono d’accordo con chi ipotizza il reato di tentato omicidio”: così ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a margine di una conferenza stampa nella sede della Regione Lombardia. Il ministro, che ha ringraziato le forze dell’ordine e chi ha gestito la “situazione difficile”, ha detto di augurarsi che “la magistratura vada fino in fondo e colpisca duramente i responsabili”. L’uso di bottiglie incendiarie con dell’ammoniaca, secondo il ministro, indica che si è trattato di “un gruppo di delinquenti che ha cercato la vittima”. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha voluto porgere il ringraziamento suo e di tutto il governo per come è stata gestita ieri la situazione in Val di Susa, “per aver saputo contrastare quello che Napolitano ha definito violenza eversiva e io aggiungo di stampo terroristico”.
Secondo Maroni, in questa occasione, le forze dell’ordine si sono comportate “in modo esemplare e senza eccessi”. “Confermo che l’opera sarà fatta e saranno garantite le misure di sicurezza”: così il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha assicurato parlando della Tav a margine di una conferenza stampa in Regione Lombardia, sul numero unico di emergenza. Dopo la sospensione di ieri dovuta ai disordini della manifestazione No Tav sono ripresi questa mattina i lavori nel cantiere della Maddalena di Chiomonte dove verrà scavato il tunnel geognostico per la nuova linea ferroviaria Torino-Lione. La situazione al momento è tranquilla e sono pochi i No Tav ai presidi del movimento, alla baita vicina al viadotto dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia e nei pressi della centrale idroelettrica di Ramats. Nel pomeriggio il movimento No Tav terrà una conferenza stampa a Chiomonte. Negli scontri di ieri 188 uomini delle forze dell’ordine sono rimasti feriti, mentre nelle file dei No Tav ci sono stati, secondo fonti interne al movimento, 223 tra feriti, contusi o intossicati dai gas lacrimogeni. Guerriglia in Valle di Susa. Nella giornata di protesta nazionale contro la Tav scontri violenti si sono susseguiti per ore attorno al cantiere di Chiomonte, dove nelle prossime settimane si comincera’ a scavare il tunnel esplorativo della nuova ferrovia Torino-Lione. I black bloc sono entrati in azione, come si temeva alla vigilia, per tentare di entrare nel cantiere della Maddalena di Chiomonte: il bilancio dei feriti tra le forze dell’ordine e’ molto alto: quasi 200. Ferito anche un dipendente del cantiere e molti No Tav – qualche decina – il numero e’ ancora imprecisato. Quattro manifestanti sono stati arrestati e un altro denunciato a piede libero. Ma c’e’stata anche una parte pacifica della manifestazione, sottolineavano in serata – a scontri ormai finiti – sindaci e molti No Tav della Valle di Susa. Le dichiarazioni di Alberto Perino, storico leader del movimento No Tav, non smorzano pero’ la tensione: ”Le violenze le ha commesse chi ha sparato i lacrimogeni ad altezza d’uomo”. Contro le forze dell’ordine schierate a difesa dell’area recintata nei giorni scorsi, dopo lo sgombero avvenuto lunedi’, sono state lanciate grosse pietre, bastoni, petardi e altri pericolosi oggetti, come i martelletti usati sui mezzi pubblici per rompere i vetri in caso di pericolo. Alla fine si contano 188 feriti tra carabinieri (37), poliziotti (130 del reparto mobile, un dirigente, cinque funzionari) e finanzieri (15), alcuni in modo abbastanza grave. Tra i No Tav il conteggio dei feriti e’ invece difficile se non impossbile: uno e’ stato portato al Cto di Torino, sei hanno avuto bisogno del trasporto in ambulanza, un’altra quindicina e’ stata medicata direttamente alla baita del presidio No Tav. Uno studente veneziano di 19 anni e’ ricoverato all’ospedale di Susa con un ”politrauma toracico e addominale”: sarebbe stato colpito da un candelotto lacrimogeno da distanza ravvicinata. Per la Questura i manifestanti in totale sono stati 6.000, per i No Tav dieci volte tanto; ”siamo oltre 50 mila”, avevano detto trionfalmente questa mattina quando la situazione era ancora abbastanza tranquilla. I lavori al cantiere sono stati fermati, ma riprenderanno domani; chiusa anche l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, mentre sulle statali si sono formate lunghissime code. In serata sono state riaperte l’A32 e la statale 24. Tra i manifestanti molti erano quelli arrivati da fuori, da molte regioni italiane e anche dall’estero (parlavano inglese), da Francia, Germania, Spagna. Tra di loro si annidavano i professionisti dello scontro violento. E sono quelli che hanno trasformato i boschi subito sopra il piazzale della Maddalena in un campo di battaglia. Lo scontro e’ stato violento e lo si avvertito anche a chilometri di distanza, sentendo le esplosioni della bombe carta lanciate dai manifestanti piu’ violenti e le scie dei lacrimogeni sparati dalle forze dell’ordine per allontanare gli aggressori tra i boschi di Ramats. Nel pomeriggio un nuovo fronte di tensione si e’ creato piu’ a valle, nella zona della centrale idroelettrica, dove lunedi’ scorso la ruspa scortata dalle forze dell’ordine si era aperta la strada per spazzare via le barricate erette in oltre un mese di occupazione della ‘Libera Repubblica della Madalena”. ”Abbiamo vinto – ha detto a fine giornata Perino – perche’ volevamo assediare il cantiere e ci siamo riusciti”. La calma e’ tornata nella serata, poco prima del calare del sole, quando sul ponte della Valle Clarea una delegazione di No Tav, a braccia alzate, ha incontrato dirigenti e funzionari di polizia. Ma la protesta No Tav non finisce, continuera’ nel campo affittato lungo il fiume, ora trasformato in un campeggio. Si spera che le violenze siano finite, anche se l’avversione all’opera continua a essere molto forte e nessuno davvero sa cosa succedera’.
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